sabato 11 maggio 2013

“Zero Zero Zero”: l’ultima fatica di Roberto Saviano


La sigla Zero Zero Zero  indica la farina bianca di qualità raffinata destinata all’alta pasticceria, ma in questo caso si riferisce alla cocaina in polvere, del tipo più puro. La vita dell’autore Roberto Saviano, dopo la pubblicazione del suo primo romanzo “Gomorra”,  dal quale è stata tratta la sceneggiatura dell’omonimo film, ha preso una piega da lui non prevista: minacciato dal clan denunciato nel libro, è costretto a vivere da diversi anni sotto scorta. Essendo diventato suo malgrado il simbolo di coloro che si oppongono con coraggio alla criminalità organizzata, Roberto Saviano si è fatto portabandiera di questa lotta pericolosa comparendo in trasmissioni televisive di tutto il mondo, ma il suo messaggio è con la scrittura che diventa più potente.

Nel libro “Zero Zero Zero”, Roberto Saviano dopo avere compiuto ricerche certosine sui percorsi tortuosi seguiti dalla cocaina, la maggiore fonte di guadagno delle mafie, ci rende partecipi di un fenomeno di cui non avevamo intuito la portata.

La cocaina viene estratta da due piante che crescono spontaneamente  in America latina:  è  questa parte del mondo il punto di partenza della ricerca dell’autore. Questo libro non è un romanzo, ma un reportage che utilizzando una prosa potente racconta a partire dagli anni ’80 come la cocaina trasformata in polvere bianca venga diffusa in tutto il mondo a partire dalla Colombia (60% della produzione mondiale), dal Messico,  da El Salvador e dal Guatemala per finire nei vicini Stati Uniti o in Europa, dopo essere stata immagazzinata in Africa, continente fragile e senza regole.

I mezzi di trasporto per far giungere la cocaina là dove c’è più richiesta vanno dall’auto, al treno (i narcotrafficanti hanno costruito interi tratti di ferrovia nei loro Paesi), alle autocisterne, agli aerei  e addirittura ai deltaplani tinti di nero e ai sottomarini, senza contare uomini e cani che viaggiano dopo avere inghiottito ovuli ripieni di questo allucinogeno. Quando un’arteria di trasporto viene ostruita dalla Forze dell’ordine, presto ne viene aperta facilmente un’altra, anche grazie alla complicità di politici, banche e poliziotti corrotti.

La cocaina è uno dei più potenti allucinogeni naturali del sistema nervoso e conferisce a chi la assume, con effetto immediato, euforia e sicurezza con conseguente facilità nei rapporti sociali e resistenza alla fatica. Da quando è iniziata la crisi finanziaria il suo consumo è aumentato proprio perché apparentemente conferisce felicità a chi la assume. In realtà questo effetto dura poco, lasciando il posto ad una pericolosa dipendenza con gravi scompensi a livello della psiche e della funzionalità cerebrale che giungono fino a paranoia ed allucinazioni, senza contare gli effetti negativi sul sistema cardiovascolare e le lesioni gravi alla mucosa del naso.

Roberto Saviano in “Zero Zero Zero” vuole comunicare al lettore che guardandosi  intorno con occhi diversi potrebbe accorgersi che chi fa uso di cocaina non ha l’aspetto tipico del tossicodipendente, bensì appare una persona normale: può essere il taxista, l’infermiere, il poliziotto, il chirurgo, il parroco o addirittura un figlio.

Il lettore non può fare a meno di restare coinvolto dallo stile crudo, lirico, cupo e ossessionato di Roberto Saviano, il quale sembra non sentirsi a proprio agio nei panni del personaggio che è diventato, arrivando a confessarsi e a chiedere scusa ai suoi familiari per essersi messo contro organizzazioni potentissime che puniscono sempre con la morte chi non striscia ai loro piedi. Forse però le parole possono spaventare la criminalità organizzata nel momento in cui vengono lette e ascoltate da chi ha veramente voglia di capire certi meccanismi.

L’autore afferma: “A Scampia nulla è cambiato”, “Ho raccontato senza risolvere”, perché sa che non basta un libro a cambiare le regole, ma vuole ugualmente “capire, scrivere e raccontare”, sottolineando che ciò che fa crescere le mafie di tutto il mondo è soprattutto il vuoto di potere, il marcio e la debolezza che si instaurano in alcuni Stati rendendoli impotenti di fronte ad organizzazioni così ordinate, capaci di servirsi all’occorrenza anche di milizie paramilitari.

Verso la fine del libro l’autore cerca di proporre contro l’espandersi del mercato della cocaina, purtroppo uno dei più redditizi al mondo nonché causa di milioni di morti, una soluzione sulla quale ci sarà molto da discutere.
 
 
 
Francesca Paolillo