La sigla Zero Zero Zero indica la farina bianca di qualità raffinata
destinata all’alta pasticceria, ma in questo caso si riferisce alla cocaina in
polvere, del tipo più puro. La vita dell’autore Roberto Saviano, dopo la pubblicazione del suo primo romanzo “Gomorra”, dal quale è stata tratta la sceneggiatura
dell’omonimo film, ha preso una piega da lui non prevista: minacciato
dal clan denunciato nel libro, è costretto a vivere da diversi anni sotto
scorta. Essendo diventato suo malgrado il simbolo di coloro che si oppongono
con coraggio alla criminalità
organizzata, Roberto Saviano si è fatto portabandiera di questa lotta pericolosa
comparendo in trasmissioni televisive di tutto il mondo, ma il suo messaggio è
con la scrittura che diventa più potente.
Nel libro “Zero
Zero Zero”, Roberto Saviano dopo avere compiuto ricerche certosine sui
percorsi tortuosi seguiti dalla cocaina,
la maggiore fonte di guadagno delle mafie, ci rende partecipi di un fenomeno di
cui non avevamo intuito la portata.
La cocaina
viene estratta da due piante che crescono spontaneamente in America latina: è questa parte del mondo il punto di partenza
della ricerca dell’autore. Questo libro non è un romanzo, ma un reportage che
utilizzando una prosa potente racconta a partire dagli anni ’80 come la cocaina
trasformata in polvere bianca venga diffusa in tutto il mondo a partire dalla
Colombia (60% della produzione mondiale), dal Messico, da El Salvador e dal Guatemala per finire nei
vicini Stati Uniti o in Europa, dopo
essere stata immagazzinata in Africa, continente fragile e senza regole.
I mezzi di
trasporto per far giungere la cocaina là dove c’è più richiesta vanno dall’auto,
al treno (i narcotrafficanti hanno costruito interi tratti di ferrovia nei loro
Paesi), alle autocisterne, agli aerei e
addirittura ai deltaplani tinti di nero e ai sottomarini, senza contare uomini
e cani che viaggiano dopo avere inghiottito ovuli ripieni di questo
allucinogeno. Quando un’arteria di trasporto viene ostruita dalla Forze
dell’ordine, presto ne viene aperta facilmente un’altra, anche grazie alla
complicità di politici, banche e poliziotti corrotti.
La cocaina è
uno dei più potenti allucinogeni
naturali del sistema nervoso e conferisce a chi la assume, con effetto
immediato, euforia e sicurezza con
conseguente facilità nei rapporti sociali e resistenza alla fatica. Da quando è
iniziata la crisi finanziaria il suo consumo è aumentato proprio
perché apparentemente conferisce felicità a chi la assume. In realtà questo effetto dura poco,
lasciando il posto ad una pericolosa dipendenza
con gravi scompensi a livello della psiche e della funzionalità cerebrale che
giungono fino a paranoia ed allucinazioni, senza contare gli effetti negativi
sul sistema cardiovascolare e le lesioni gravi alla mucosa del naso.
Roberto
Saviano in “Zero Zero Zero” vuole comunicare
al lettore che guardandosi intorno con
occhi diversi potrebbe accorgersi che chi fa uso di cocaina non ha l’aspetto
tipico del tossicodipendente, bensì appare una persona normale: può essere il
taxista, l’infermiere, il poliziotto, il chirurgo, il parroco o addirittura un
figlio.
Il lettore
non può fare a meno di restare coinvolto dallo stile crudo, lirico, cupo e
ossessionato di Roberto Saviano, il quale sembra non sentirsi a proprio agio
nei panni del personaggio che è diventato, arrivando a confessarsi e a chiedere
scusa ai suoi familiari per essersi messo contro organizzazioni potentissime
che puniscono sempre con la morte chi non striscia ai loro piedi. Forse però le
parole possono spaventare la
criminalità organizzata nel momento in cui vengono lette e ascoltate da chi ha
veramente voglia di capire certi meccanismi.
L’autore
afferma: “A Scampia nulla è cambiato”, “Ho raccontato senza risolvere”, perché
sa che non basta un libro a cambiare le regole, ma vuole ugualmente “capire,
scrivere e raccontare”, sottolineando che ciò che fa crescere le mafie di tutto
il mondo è soprattutto il vuoto di
potere, il marcio e la debolezza che si instaurano in alcuni Stati rendendoli
impotenti di fronte ad organizzazioni così ordinate, capaci di servirsi all’occorrenza
anche di milizie paramilitari.
Verso la
fine del libro l’autore cerca di proporre contro l’espandersi del mercato della
cocaina, purtroppo uno dei più redditizi al mondo nonché causa di milioni di
morti, una soluzione sulla quale ci sarà molto da discutere.
Francesca Paolillo