martedì 29 maggio 2012

Recensione del romanzo "Fai bei sogni"



Il piccolo Massimo perde la madre a soli nove anni. Come spesso accade,  tutti gli adulti che gli stanno intorno nell’intenzione di proteggerlo da un dolore troppo grande  ed anche per codardia non gli comunicano  la verità sulle modalità di quella morte, anzi, per un certo tempo addirittura non gli rivelano nemmeno che lei non c’è più. Massimo colpevolizza la madre, ritenendo che se lo avesse amato davvero non se ne sarebbe andata nonostante fosse stata colpita dal “Brutto Male”, e colpevolizza se stesso per non essere riuscito a farsi amare abbastanza. Cresce in un ambiente esclusivamente maschile e anaffettivo, con un incolmabile senso di abbandono che gli crea problemi anche nei rapporti con le donne, finché incontra quella giusta, Elisa. Il mistero riguardante la morte di sua madre gli verrà svelato solo dopo quarant’anni, dandogli la consapevolezza di avere rifiutato per anni e anni una verità che aveva già  intuito per non soffrire. Massimo  si rende finalmente conto dell’amore che suo padre aveva provato nel proprio intimo senza riuscire ad esternarlo e immedesimandosi nella profonda sofferenza della madre che in realtà non aveva rifiutato Massimo ma la vita, riesce finalmente a perdonare, liberandosi di quella parte di sé che non era riuscita a crescere e immergendosi nel tanto temuto dolore ne esce finalmente uomo.
L’Autore Massimo Gramellini in questa storia dagli evidenti riferimenti autobiografici si esprime in una scrittura molto scorrevole, riuscendo a comunicare perfettamente al lettore la sua commozione nel ricordare la madre che lo ha lasciato davvero troppo presto.

Francesca Paolillo


sabato 19 maggio 2012

Liberiamoci da tutte le dipendenze!


Non ci sono solo la tossicodipendenza e l’abuso di alcool, ma esistono anche tante altre  dipendenze pronte a sottrarci autonomia e libertà  e  spesso ad alleggerirci il conto in banca fino ad indebitare noi e i nostri familiari. C’è la sindrome da acquisto compulsivo (oniomania) che ci spinge a comprare in maniera irrefrenabile, la quale comprende anche il trading online e le aste in televisione. Ci sono poi il sesso virtuale, il gioco d’azzardo, la dipendenza da un genitore o dal partner, dai farmaci, dal cibo (anoressia e bulimia) o dal tabacco…
Per fortuna dal 1990 esiste un servizio offerto dal Servizio Sanitario Nazionale con lo scopo di curare e prevenire tutte le dipendenze e riabilitare le persone che di conseguenza abbiano contratto patologie psicologiche o fisiche, coadiuvando  anche i loro familiari; si contano più di 500 centri di Servizi per le Tossicodipendenze (SERT), presenti in tutte le nostre regioni. Tali servizi non sono a pagamento, non è richiesta l’impegnativa del medico curante e vengono garantiti l’anonimato ed il segreto professionale. In organico ci sono le seguenti figure: medici, psicologi, sociologi, assistenti sociali, educatori ed infermieri.
Anche stranieri regolarmente soggiornanti sul territorio italiano possono accedervi, anche se minorenni o provvisti di tesserino STP ma non in regola con le norme di ingresso e soggiorno.
I pazienti vengono seguiti nel tempo per valutare l’andamento e i risultati del trattamento e dove è possibile vengono anche reinseriti socialmente.

Francesca Paolillo

venerdì 11 maggio 2012

Come si fa a pubblicare un romanzo







Se abbiamo appena finito di scrivere un romanzo, è naturale che non ci basti conservarlo in una cartelletta sotto forma di dattiloscritto: vorremmo senz’altro vederlo troneggiare in bella vista nella vetrina di una libreria. Gli editori a cui potremmo rivolgerci  in Italia sono centinaia. A quali di essi conviene inviare la nostra opera inedita? Guardiamo tra i libri che abbiamo in casa quali editori hanno pubblicato i nostri romanzi preferiti e visitiamo i loro Siti Web, nei quali possiamo trovare molte informazioni riguardanti gli scrittori emergenti. Un buon metodo potrebbe essere quello di inviare ogni mese due copie del romanzo, una ad una casa editrice dal grande fatturato e una ad un piccolo editore, tenendo d’occhio anche i concorsi per romanzi inediti di autori emergenti.  Una volta trascorso un anno il riscontro sarà più o meno il seguente: circa la metà degli editori non ci avrà neanche risposto (ma non perdiamoci d’animo: qualcuno si fa vivo anche dopo più di un anno dal ricevimento del dattiloscritto), un quarto ci avrà risposto con parole gentili che al momento non è interessato e i rimanenti ci avranno risposto che la nostra opera è interessante e che per pubblicarla l’Autore deve contribuire economicamente. A questo punto a noi la scelta: pubblicare ad ogni costo o continuare ad inviare il nostro romanzo ad altri editori finché qualcuno crederà in noi? Se siamo sicuri che la nostra opera sia di valore non arrendiamoci mai, anzi continuiamo a scrivere ed inviare altre storie, fiduciosi che prima o poi un editore lungimirante saprà apprezzarci.