Il piccolo
Massimo perde la madre a soli nove anni. Come spesso accade, tutti gli adulti che gli stanno intorno
nell’intenzione di proteggerlo da un dolore troppo grande ed anche per codardia non gli comunicano la verità sulle modalità di quella morte,
anzi, per un certo tempo addirittura non gli rivelano nemmeno che lei non c’è
più. Massimo colpevolizza la madre, ritenendo che se lo avesse amato davvero
non se ne sarebbe andata nonostante fosse stata colpita dal “Brutto Male”, e
colpevolizza se stesso per non essere riuscito a farsi amare abbastanza. Cresce
in un ambiente esclusivamente maschile e anaffettivo, con un incolmabile senso
di abbandono che gli crea problemi anche nei rapporti con le donne, finché
incontra quella giusta, Elisa. Il mistero riguardante la morte di sua madre gli
verrà svelato solo dopo quarant’anni, dandogli la consapevolezza di avere
rifiutato per anni e anni una verità che aveva già intuito per non soffrire. Massimo si rende finalmente conto dell’amore che suo
padre aveva provato nel proprio intimo senza riuscire ad esternarlo e
immedesimandosi nella profonda sofferenza della madre che in realtà non aveva
rifiutato Massimo ma la vita, riesce finalmente a perdonare, liberandosi di
quella parte di sé che non era riuscita a crescere e immergendosi nel tanto
temuto dolore ne esce finalmente uomo.
L’Autore
Massimo Gramellini in questa storia dagli evidenti riferimenti autobiografici
si esprime in una scrittura molto scorrevole, riuscendo a comunicare perfettamente
al lettore la sua commozione nel ricordare la madre che lo ha lasciato davvero
troppo presto.
Francesca Paolillo
Francesca Paolillo