lunedì 30 luglio 2018

Un thriller da leggere sotto l’ombrellone: “13 anni dopo” di Kerry Wilkinson



Soltanto in Italia, sono migliaia le persone che scompaiono nel nulla ogni anno ed è un vero mistero come possano sopravvivere senza soldi né documenti, eppure alcune riappaiono anche dopo molti anni, non senza portare il segno dei traumi subìti.­­­

Il romanzo 13 anni dopo (The girl who came back), ad opera dello scrittore e giornalista sportivo britannico Kerry Wilkinson, narra della sparizione di una bambina di sei anni di nome Olivia Adams che avviene nella piccola cittadina di Stoneridge. I suoi genitori sono giovani e il loro matrimonio non regge al trauma della scomparsa della piccola: il padre diventa un alcolista e la madre si risposa con un uomo violento che non la rispetta.

Trascorsi 13 anni, nella apparentemente tranquilla cittadina arriva inaspettatamente una ragazza che dice di essere proprio Olivia. La madre la riconosce subito, mentre il patrigno appare molto infastidito dalla sua presenza e cerca di indurla ad andarsene. Nel piccolo paese dove tutti si conoscono a poco a poco vengono a galla segreti sempre più raccapriccianti che catturano il lettore, regalando un finale a sorpresa.

Questo thriller leggero ma accattivante narrato in prima persona, dalla scrittura semplice e scorrevole, è la lettura ideale in vacanza, non troppo impegnativa ma decisamente avvincente.

giovedì 12 luglio 2018

Ammirare il Sole e gli altri corpi celesti dall’osservatorio di Lignan in Val d’Aosta è uno spettacolo meraviglioso



L’osservatorio astronomico di Lignan situato tra Saint-Vincent e Aosta, già sede di una stazione meteorologica tuttora funzionante, è stato inaugurato nel 2003 ed è affiancato anche da un planetario. Per visitarlo, una volta giunti al villaggio di Lignan, dopo una breve camminata a piedi lungo il “sentiero dei pianeti”, si raggiunge una magnifica terrazza naturale a ridotto impatto luminoso e con debole tendenza a turbolenze atmosferiche, a 1675 metri di altitudine.

All’esterno dell’edificio, che ricorda la forma di un’astronave, si può osservare dalla terrazza il cielo sia di giorno sia di notte utilizzando potenti telescopi unici al mondo per caratteristiche e variabili, con la possibilità di ammirare in tutta la loro bellezza il Sistema solare, la Via Lattea e le galassie più lontane.  A Lignan il cielo si presenta sereno 250 giorni all’anno, ma se ciò non accadesse e le nuvole ostacolassero la visione diretta con i telescopi si può accedere all’interno dell’edificio per ammirare il Sole in collegamento digitale con la sonda spaziale SOHO. Le visite vanno obbligatoriamente prenotate prevedendo la durata un’ora di giorno e di due ore di notte (in questo caso è consigliabile portarsi una torcia provvista di vetro rosso per illuminare il cammino senza disturbare le osservazioni degli altri utenti).

Affiancato all’osservatorio è a disposizione del pubblico un planetario con cupola esterna da 12 metri di diametro e cupola interna da 10 metri, sulla quale possono essere proiettate immagini della volta stellata grazie alla presenza di 6 elaboratori elettronici sofisticati per effettuare un viaggio virtuale nel Cosmo stando comodamente seduti in poltrona. Un collegamento a fibra ottica con l’osservatorio astronomico adiacente consente di proiettare anche immagini ricevute dai potenti telescopi puntati nello spazio più lontano.

Ogni anno, nel mese di settembre, l’osservatorio organizza un festival dell’astronomia denominato Star party che dal 1991 richiama per tre giorni astrofili e appassionati da tutta Italia, con possibilità di montare liberamente anche i propri telescopi (quest’anno l’evento avrà luogo nei giorni dal 7 al 9). Oltre a proiezioni spettacolari, conferenze ed incontri con i ricercatori, durante il festival vengono organizzati anche un concorso astrofotografico digitale, arrampicate sulla falesia di Lignan, un concerto e un mercatino che espone prodotti enogastronomici valdostani.

giovedì 5 luglio 2018

La storia di una sottrazione internazionale di minore: “Niente è come te” di Sara Rattaro



Quando si ama una persona proveniente da un altro Paese si pensa che i figli che nasceranno da quell’unione saranno fantastici perché prenderanno il meglio di tutti e due, che magari avranno successo nella vita perché parleranno almeno due lingue, e ovviamente non si prendono in considerazione i saggi avvertimenti dei parenti più prossimi che non vedono di buon occhio i matrimoni misti.

Il romanzo Niente è come te  ad opera della scrittrice  e docente universitaria genovese Sara Rattaro racconta il dramma di Francesco, a cui la moglie danese Angelika sottrae l’adorata figlia di cinque anni  Margherita, portandola nel suo Paese senza alcun preavviso.
Mentre il padre cerca disperatamente Margherita mettendo in moto avvocati italiani e tribunali danesi per poterla almeno rivedere,  la bambina cresce con l’avvicendarsi di altri tre uomini nella vita di sua madre e ha come unico punto di riferimento la dolce baby sitter Ingrid.

Margherita arriva a compiere quindici anni e le sembra di non ricordare più nulla di suo padre, ma il destino cambia le carte in tavola quando avviene la morte di Angelika in un incidente d’auto. Francesco corre subito in Danimarca a prendere la figlia e la porta contro la sua volontà in Italia, nella casa che condivide con la sua compagna.

La ragazza che crede di essere stata abbandonata volontariamente dal padre ha seri problemi di bulimia e di autolesionismo e come se non bastasse a scuola diventa oggetto di pesanti atti di bullismo. Francesco percepisce di essere un estraneo per sua figlia e trova come unico modo per attivare un canale di comunicazione con lei il far riaffiorare vecchi ricordi piano piano, portandola nei luoghi frequentati con sua madre.

Questo romanzo commovente che ha meritato il Premio Bancarella 2015 descrive l’amore immenso di un padre per una figlia che aveva creduto perduta per sempre, raccontando una storia vera con l’utilizzo di una scrittura veloce e delicata che vede l’alternarsi  dei punti di vista dei  protagonisti scritti come le pagine di due diari distinti. È la lettura ideale per chi ama i romanzi che fanno scorrere calde lacrime.

martedì 3 luglio 2018

L’UOMO POTRÀ MAI ESSERE IMMORTALE?



La vita media dell’uomo si è allungata parecchio negli ultimi anni, grazie al miglioramento dell’alimentazione e delle condizioni generali di vita ed anche ai notevoli  progressi della medicina e della chirurgia. L’aspettativa di vita alla nascita era di 20 anni nel periodo Paleolitico e di 28 anni all’epoca di Gesù Cristo, mentre oggi la longevità massima è di ben 120 anni. 

I centenari in Italia erano circa 50 ai primi del Novecento e più di 5000 alla fine dello stesso secolo, mentre oggi le persone che superano i 60 anni nel nostro Paese sono il 25% della popolazione: praticamente stiamo guadagnando 3 mesi di vita ogni anno che passa, e secondo gli scienziati siamo molto vicini al traguardo della semi-immortalità, cioè alla possibilità che si arrivi a  vivere anche 1000 anni. 

Fin dai tempi più antichi l’uomo ha aspirato all’immortalità, immaginando gli dei a propria immagine e somiglianza. Gli Egizi conservavano le salme immaginando che un giorno le anime ne avrebbero  ripreso possesso riportandole in vita, concetto non molto diverso dall’ibernazione dove il sangue di una persona appena deceduta viene sostituito con l’anticoagulante glicerolo e la salma viene poi portata alla temperatura di 200 gradi sotto zero,  nel tentativo di mantenerne  intatti i tessuti biologici per qualche centinaio di anni,  sperando che i posteri siano un giorno in grado di riportare in vita l’individuo rendendolo immortale. 

Perché si muore? Oltre alle morti violente,  non si è più vivi quando si perde la funzionalità di un organo vitale e l’organismo si avvia al collasso e alla disgregazione. Per ovviare a ciò si possono utilizzare i trapianti. Si possono sostituire ossa, denti e organi ma il nostro organismo continua comunque ad invecchiare, dunque è all’invecchiamento che dobbiamo opporci o almeno rallentare i processi che lo determinano. 

Esistono poi gli organi artificiali, infatti è possibile produrre in laboratorio porzioni di pelle, sangue, muscoli e tessuto corneale. Nonostante tutti questi progressi non possiamo riuscire ad essere immortali né giovani per sempre, infatti non sono stati ancora rallentati i ritmi dell’invecchiamento biologico, anche se la maggiore cura di sé fa sembrare i vecchi di oggi più in forma di quelli di ieri: si vive più a lungo soltanto perché si vive meglio. 

Siamo sicuri che se riuscissimo ad allungare la vita media molto oltre quella attuale saremmo felici, o invece la noia ci distruggerebbe, e che il mondo potrebbe sopportare il conseguente incremento demografico?