Può capitare di innamorarsi di
una persona affetta da dipendenza patologica.
Frequente in questi casi è l’illusione che l’amore possa risolvere tutto, arrogandosi
il diritto di guarire la persona amata senza il suo consenso e senza neanche
consultare uno specialista del settore. Tutto ciò non può che portare la coppia
ad esiti disastrosi.
Chiedi alla polvere (Ask
the dust), pubblicato nel 1939
dallo scrittore italoamericano John
Fante, racconta la storia palesemente autobiografica del giovane ventenne Arturo Bandini, aspirante scrittore
molto sicuro del proprio talento. Dopo la pubblicazione di un racconto di buon
livello, il protagonista della storia si trasferisce dal Colorado a Los Angeles nel periodo della Grande
depressione, sperando come tanti coetanei di trovarvi fortuna e successo.
Arturo Bandini alloggia in una pensione di basso livello in un
contesto multirazziale e le condizioni misere in cui versa fanno affiorare
sempre più la sua natura sarcastica e irriverente, finché incontra la sua musa
ispiratrice nelle vesti della cameriera messicana Camilla Lopez, che riesce a dare nuovo impulso alla sua scrittura.
I due personaggi intrecciano una
tormentata e burrascosa storia d’amore ostacolata da un rivale e dalla
dipendenza di Camilla da
stupefacenti che termina con un finale tragico.
Il romanzo Chiedilo alla polvere, scritto
sotto forma di monologo interiore in uno stile fluido e scorrevole, racconta le
aspirazioni tradite, il confronto che tutti noi prima o poi dobbiamo avere con
la realtà, la disperazione che può portare un giovane a chiedere alla polvere
del deserto quanto abbia senso continuare ad inseguire un sogno se poi non si
ha nessuno con cui condividerlo.
Francesca Paolillo