venerdì 9 ottobre 2015

Uno strabiliante romanzo d’esordio: “L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome” di Alice Basso


L’Italia è un Paese nel quale si legge poco e si scrive molto: il numero di aspiranti scrittori che hanno pubblicato un testo negli ultimi anni è cresciuto in maniera esponenziale, con il risultato di un peggioramento generale della qualità dei libri. Viene allora da chiedersi se valga ancora la pena di leggere il romanzo di un esordiente. La risposta non può che essere affermativa, perché tra tanti libri deludenti e sgrammaticati si può ogni tanto scovare una perla rara, quale è il romanzo L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome, opera prima della trentaseienne milanese Alice Basso: condotto con intelligenza, leggerezza ed ironia, infarcito di qualche citazione colta qua  e là, il testo è un sorprendente tributo al mondo dei libri.

La storia racconta della giovane ghostwriter Vani Sarca dotata di una speciale prerogativa: l’empatia, ossia il saper cogliere all’istante l’essenza di una persona e il sapersi immedesimare negli altri, con il limite però di essere incapace di esprimere appieno le proprie emozioni più profonde.

Nel corso del suo lavoro per una casa editrice torinese, Vani Sarca incontra l’affascinante Riccardo Randi, scrittore di successo in crisi di ispirazione ed una imbrogliona autrice di saggi che racconta di improbabili contatti con angeli ed energie cosmiche.  Il rapimento di quest’ultima fa prendere al romanzo una piega poliziesca, mettendo in campo anche un burbero commissario che riesce a trasformare le doti intuitive della giovane ghostwriter in un mestiere, anche se mal retribuito.

Vani Sarca, personaggio interessante pieno di contraddizioni e sfaccettature, si aggira per le strade di Torino vestita sempre di nero con ai piedi un paio di anfibi, nascondendosi dietro ad un ciuffo corvino e ad un rossetto di colore viola; è apparentemente cinica, acida e asociale, ma speciale nel risolvere i problemi degli altri senza bisogno di utilizzare tante parole.


L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome è condotto in maniera scorrevole e colloquiale, è ricco di battute sarcastiche e presenta un intreccio avvincente e convincente, regalando un finale a sorpresa. Il lettore non può fare a meno di affezionarsi al personaggio Vani Sarca e può sentirsi confortato dall’annuncio  che questa storia è soltanto la prima di una lunga serie che la vedrà ancora protagonista.