Ogni tanto le fiabe che hanno
popolato i sogni della nostra infanzia riaffiorano prepotentemente alla nostra
memoria, anche se un po’ sbiadite. La casa dei sette ponti ad opera
dello scrittore, alpinista e scultore ligneo Mauro Corona è una favola per adulti che utilizza lo stratagemma
dell’incantesimo per cercare di
ricondurci ai valori fondamentali della vita.
Protagonista della storia è un sessantenne
industriale della seta che ha vissuto la sua infanzia spensierata in un
paesino dell’Appennino tosco-emiliano
e a 18 anni, dopo un feroce litigio con i suoi genitori, si è trasferito a Prato dove ha fatto fortuna. Ogni tanto
l’uomo ritorna al paese natio, percorrendo con la sua auto lussuosa una valle stretta
e tortuosa, dove i fanciulli con cui
giocava da piccolo sono rimasti anche da adulti a condurre una vita semplice e tranquilla.
Nel tragitto l’industriale rimane
colpito da una piccola casa semi
diroccata con il tetto protetto dalle intemperie per mezzo di teli di
plastica multicolori, dai cui comignoli fuoriesce abbondante fumo in tutte le
stagioni.
Il protagonista della storia è
talmente offuscato dal denaro e dal potere da non rendersi conto di quanto è
solo. La magia avviene quando l’uomo,
attratto da una forza invisibile, si incammina lungo un percorso di purificazione attraverso sette ponti sospesi su un abisso da
incubo.
Passo dopo passo l’uomo deve affrontare i propri demoni interiori nel
vedere riaffiorare ricordi che
credeva di avere seppellito per sempre. L’incantesimo
gli fa ritrovare la strada perduta, nella nuova consapevolezza che ciò che dà
un senso alla nostra vita è la realizzazione non nel lavoro ma nella famiglia e
negli affetti.
La casa dei sette ponti è
una storia che nella sua indubbia semplicità fa riflettere su quale sia la
strada giusta da percorrere per realizzare la nostra vera natura di esseri
umani.