domenica 5 febbraio 2017

Recensione del film “Silence” diretto da Martin Scorsese


In passato la Chiesa cristiana ha cercato di convertire alla propria fede milioni di persone che vivevano in stato di assoluta miseria, allettandole con la promessa di una futura vita ultraterrena paradisiaca.

Il film Silence diretto dal regista, sceneggiatore, attore e produttore newyorkese Martin Scorsese, si basa su una storia realmente accaduta nel Giappone del XVII secolo, già raccontata in un romanzo di Shusaku Endo nel 1966.

Protagonisti sono i giovani gesuiti portoghesi padre Rodrigues (interpretato da Andrew Garfield) e padre Garupe (interpretato da Adam Driver) che partono per un viaggio pericolosissimo alla ricerca del loro superiore padre Ferreira (Liam Neeson) di cui non hanno notizia da molto tempo, guidati da un contadino perennemente ubriaco di nome Kichijiro.

I due gesuiti approdano sulle coste del Giappone pieni di entusiasmo e di voglia di convertire al cristianesimo i contadini analfabeti oppressi da un regime totalitario. Presto però padre Rodrigues e padre Garupe si devono scontrare con la realtà di un Paese che non vuole rinunciare alle proprie tradizioni e con il feroce inquisitore Inoue Masashige che, reputando la fede cristiana pericolosa per lo Stato, decide di sradicarla con terribili persecuzioni e torture tipo roghi, crocifissioni in mare, bruciature con mestoli di acqua bollente, decapitazioni e interminabili sospensioni a testa in giù.

I contadini giapponesi inizialmente cedono alla nuova fede anche se non la comprendono appieno ma nel vedere morire i loro cari ed anche  i padri gesuiti sottoposti ad interminabili torture si vedono costretti alfine ad abbandonarla.

Anche padre Ferreira dopo avere studiato la religione e i costumi locali aveva ceduto all’apostasia, ovvero alla rinuncia alla fede cristiana, mostrando la sua fragilità di essere umano, dopo avere compreso che la volontà di colonizzare troppo in fretta senza prima cercare di  avvicinarsi alla cultura locale era stato un errore madornale.

Silence è il silenzio assordante di Dio che nonostante venga continuamente invocato sia dai contadini sia dai gesuiti non concede mai loro segnali tangibili della sua esistenza, rendendo questi esseri umani ancora più fragili di fronte alla sofferenze. Questo è un film che impressiona lo spettatore per la violenza esibita senza mezzi termini e che induce a riflessioni profonde sul rapporto tra uomo e fede.