Limonov, pseudonimo dello
scrittore e politico russo Eduard
Veniaminovich Savenko, è un eclettico personaggio realmente esistito e
tuttora vivente. Questo libro rappresenta la biografia romanzata di un uomo a
tratti ripugnante, una vera canaglia, ma
anche amico dei più deboli che ha vissuto ben più di una vita, in quanto oltre
che scrittore è stato anche soldato nei Balcani, cameriere di un ricco americano, galeotto,
leader di un partito estremista e molto altro.
L’autore del romanzo è lo scrittore, sceneggiatore e regista parigino Emmanuel Carrère, anch’egli personaggio presente nella storia,
oltre che voce narrante.
Limonov ha avuto e continua ad avere una vita davvero avventurosa,
ai limiti del comportamento etico, eppure sa ispirare simpatia perché a modo
suo è anche un eroe. Nato nell’URSS
durante la seconda guerra mondiale a Dzerzhinsk,
città industriale sul fiume Oka in una famiglia assai modesta, si è trasferito in
Ucraina quando era ancora bambino. I genitori gli hanno impartito un’educazione
rigida a cui si è presto ribellato, vivendo un’adolescenza di eccessi e teppismo.
Sentendo sempre più stretta la vita di provincia, Limonov si trasferisce a Mosca
nel 1967 e per caso inizia a frequentare
ambienti letterari scoprendosi poeta, tanto da riuscire a
scrivere e vendere qualche libro.
Nel 1974, deluso dalla politica della madre patria che si intreccia con
questa storia durante un doloroso periodo lungo sessant’anni di cui le cronache
ci hanno spesso parlato, Limonov vola a New
York pensando di potervi finalmente realizzare la propria natura, convinto
di essere un uomo speciale e carismatico.
Finisce invece a fare il correttore di bozze per un modesto giornale in
lingua russa e per un certo periodo vive
persino da senzatetto. In questa terra lontana nella quale si sente sempre
più incompreso pubblica il suo primo romanzo, iniziando a rimpiangere la patria in cui teme di non poter rientrare
mai più.
Nel 1982 Limonov vola a Parigi dove
collabora con diverse testate giornalistiche e sembra avere finalmente trovato un
po’ di fortuna, anche se mai diventerà un uomo ricco e probabilmente non
intende nemmeno diventarlo. Torna poi in patria in occasione della
caduta dell’URSS nel 1991 e animato da nuove speranze di
cambiamento per il suo Paese fonda un giornale e il partito politico Nazional bolscevico, di ispirazione
nazista e stalinista. Dopo un periodo trascorso in diverse carceri, torna ad
avere notorietà grazie ai suoi libri ma resta sempre fedele al suo turbolento
personaggio.
L’autore del romanzo Emmanuel
Carrère poco prima di scrivere questo libro è stato inviato a Mosca per scrivere articoli riguardanti
l’assassinio della giornalista Anna
Stepanovna Politkovskaja ed è qui che
ha incontrato il tenebroso avventuriero Limonov,
che aveva già conosciuto a Parigi
negli anni Ottanta. Pur ritenendolo
a tratti un personaggio ripugnante, Carrère
attratto dal modo che ha Limonov di vivere ogni esperienza a
fondo decide di intervistarlo a lungo e alla fine di scrivere questo romanzo
che si è rivelato la sua opera migliore.
Francesca Paolillo