sabato 21 dicembre 2013

È stato pubblicato il romanzo “L’esistenza di Elsa” di Francesca Paolillo



L’esistenza di Elsa è il terzo romanzo di Francesca Paolillo, giunto finalista al premio letterario Nemo nel 2013. Elsa nasce nel 1920 e narra in prima persona la propria vita passando attraverso avvenimenti fondamentali per la storia dell’Italia, quali il Fascismo, la Seconda guerra mondiale e l’avvento della Repubblica. La protagonista del romanzo sperimenta nel corso della sua esistenza l’amore del tipo più travolgente e passionale nella romantica Venezia e quello più tenero e dolce nella superba Genova, generando due figli, ma è destinata a concludere la propria esistenza in completa solitudine.

Elsa non avendo conosciuto quel calore che sa di grembo materno è una donna insicura e fragile, con evidenti difficoltà a rapportarsi con gli altri. Incapace di sottrarsi al proprio destino, fa ruotare la sua vita attorno ad un segreto che tiene celato persino a se stessa e che quando verrà svelato apporterà molto dolore a lei e alle persone che ama.


Per acquistare il libro in formato e-book o cartaceo: http://www.amazon.it/Lesistenza-Elsa-Francesca-Paolillo/dp/1494349760/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1387613809&sr=8-1&keywords=francesca+paolillo

mercoledì 18 dicembre 2013

Recensione del film “Blue Jasmine” sceneggiato e diretto da Woody Allen




La protagonista del film Blue Jasmine, magistralmente interpretata dall’attrice australiana 44enne Cate Blanchett, è una donna fragile di nome Jeannette con un doloroso passato da bambina adottata che pensa di riscattarsi sposando l’agiatissimo uomo d’affari newyorkese avvezzo alle truffe Hal (interpretato da Alec Baldwin). Jeannette si cala perfettamente nella parte della americana ricca e superficiale, mentendo pure sul proprio nome di battesimo che decide di trasformare nel più esotico Jasmine.

La protagonista della storia, mentre vive un’esistenza ovattata da antipatica signora dell’alta società  per la quale conta solo l’apparenza e trascorre le giornate tra feste mondane e sedute di pilates, scopre che il marito Hal la tradisce in continuazione, ma pensa che tutto sommato valga la pena di tenerselo ugualmente, senonché lui messo con le spalle al muro decide di lasciarla. Per vendicarsi , Jasmine lo denuncia per le truffe finanziarie che fino a quel momento fingeva di ignorare, provocandone l’incarcerazione e poi il suicidio. La comunione dei beni che l’aveva resa immensamente ricca trascina anche lei nella  bancarotta facendola cadere in un grave esaurimento nervoso.

Dopo un periodo di pesanti cure psichiatriche, Jasmine si ritrova sola, impossibilitata senza mezzi economici a continuare a frequentare il jet set nel quale si trovava a suo agio e decide così di ricontattare la sorellastra Ginger (interpretata dalla brava Sally Hawkins), anch’ella adottata, che fino ad allora aveva allontanato dalla sua vita perché ritenuta troppo rozza  e provinciale.  Jasmine sbarca a San Francisco ben accolta da Ginger e per un certo periodo si rassegna ad una normale esistenza da ceto medio-basso, lavorando come receptionist in uno studio dentistico.

Il film procede per flashback facendo emergere la fragilità di Jasmine che per riempire il suo vuoto interiore eccede in pillole ansiolitiche e bicchieri di vodka, e inoltre parla spesso da sola perché non trova interlocutori. Contemporaneamente alla sua vulnerabilità emerge anche una forza che cova sotto la cenere e traspare dal suo sguardo, capace di inchiodare lo spettatore, e di generare forse un nuovo riscatto non solo per lei ma anche per la sorella.

Jasmine una volta acclimatata a San Francisco viene nuovamente attratta dall’alta società e cerca di rinfilarvisi fidanzandosi con l’avvenente diplomatico Dwight Westcake (interpretato da Peter Sarsgaard). Ormai calata nella nuova parte, gli racconta un bel po’ di frottole, a cui lui crede volentieri perché ha bisogno di una donna bella e di classe che lo accompagni ai ricevimenti, ma purtroppo lo scontro inevitabile con la realtà è dietro l’angolo,  pronto a distruggere  i sogni di tutti i personaggi della storia.

Blue Jasmine  è sicuramente un film tragico, ma a tratti vi affiora anche il Woody Allen umorista che pur nei suoi tipici toni cupi dirige magistralmente una Cate Blanchett capace di dialogare con la cinepresa e di illuminare la scena come poche altre.



  

martedì 3 dicembre 2013

Andiamo al cinema a vedere “Venere in pelliccia” di Roman Polański



Il film Venere in pelliccia  (titolo originale Venus in Fur) è un capolavoro di recitazione incentrato sul gioco sottile e ambiguo della seduzione. La trama si svolge tutta all’interno di un piccolo teatro parigino, con la presenza di due soli personaggi.

Thomas, regista teatrale interpretato da Mathieu Amalric , sta cercando un’attrice adatta per il ruolo di protagonista nel suo lavoro ispirato al romanzo erotico autobiografico Venere in pelliccia, scritto nel 1870 dall’austriaco Leopold von Sacher-Masoch, dal quale deriva il moderno termine “masochismo”.  Il romanzo originale è imperniato sul rapporto tra l’autore e una scrittrice incontrata per caso, del tipo dominazione-sottomissione, regolato da un contratto nel quale si stabilisce che lei renda schiavo lo scrittore, indossando sempre una pelliccia sul corpo nudo durante gli atti di maggiore crudeltà.

La trama del film inizia una sera quando le audizioni sono terminate e nel teatro è rimasto soltanto Thomas.  All’improvviso irrompe nella scena una donna piuttosto matura, sfrontata e volgare, di nome Wanda proprio come la protagonista dell’opera da rappresentare, che riesce a convincere il riluttante regista ad ascoltarla recitare. Fin dalle prime battute del copione che lei inaspettatamente conosce alla perfezione, Thomas rimane ammaliato dalle movenze, dalla voce e dalle capacità artistiche della donna che si sa trasformare proprio nella Wanda che lui aveva in mente.

La morbida carnalità della superba attrice quarantaseienne Emmanuelle Seigner, moglie del regista Roman Polański, prorompe nel piccolo teatro dove i due personaggi entrano ed escono dalle parti in continuazione, in un gioco di dominazione e sottomissione, tra le luci e le ombre del palcoscenico.
Thomas, che inizialmente  si presenta come un arrogante intellettuale,  lascia presto fuoriuscire le sue identità più profonde, mettendo a nudo la propria anima e lasciandosi sempre più dominare da Wanda che scena dopo scena, coinvolgendo lo spettatore con un tasso erotico sempre più elevato, da attricetta si trasforma in dea e poi in baccante. Ricordiamo che le baccanti erano donne invasate dal dio della forza vitale Dioniso, le quali vestite con pelli di animale celebravano i suoi riti danzando in stato di ebbrezza e quando arrivavano al culmine della frenesia estatica divoravano il cerbiatto sacrificale.

In questo gioco con castigo il vincitore è sicuramente la donna, che con indecente astuzia sa sedurre l’uomo rendendolo insicuro e smascherando le sue nascoste pulsioni per renderlo sempre più debole e sottomesso.