Capita a molti, alle soglie della
mezza età, di comprendere l’inutilità del vivere immersi in tediose giornate
sempre uguali l’una all’altra. A volte basta poco, una telefonata o un incontro
inaspettati, per rituffarci nel passato riassaporando gli stimoli e le emozioni
tipiche dell’adolescenza. Il
bordo vertiginoso delle cose ad opera dello scrittore, ex
magistrato e parlamentare Gianrico
Carofiglio narra del ghost writer
quarantottenne divorziato in piena crisi personale e professionale Enrico Vallesi, trasferitosi da Bari a Firenze quasi trent’anni prima.
La trama prende avvio da una
notizia di cronaca nera letta da Enrico
Vallesi su un quotidiano mentre sta facendo colazione al bar, che riguarda
la recente morte violenta di un suo compagno di liceo noto come attivista di
sinistra. D’istinto il protagonista della storia si reimmerge nel suo passato,
prepara velocemente una valigia e salta sul primo treno per Bari. Il romanzo narra con la tecnica
del flashback la sua adolescenza, in realtà non particolarmente felice, di ragazzo poco aperto al mondo
esterno, dedito soprattutto a strimpellare la sua chitarra e a redigere brevi testi
utilizzando una vecchia macchina per scrivere, ma comunque ricca di forti emozioni.
Come per tutti gli adolescenti,
la vita di Enrico Vallesi ruota attorno al liceo frequentato, con le
occupazioni della scuola tipiche degli anni Settanta, la lotta politica a volte
sfociante in atti di sconsiderata violenza, la droga e naturalmente l’amore. A Bari lui ritrova prima di tutto il fratello con cui ha sempre avuto poca confidenza che non vedeva da anni e con
cui inaspettatamente si accorge di avere molta familiarità.
Tra le lunghe passeggiate per la
città vecchia immerso nei ricordi Enrico Vallesi rivede anche la sua migliore amica dei
vecchi tempi e la giovane supplente di filosofia Celeste, bellissima e molto apprezzata dagli alunni grazie al suo
metodo di insegnamento assolutamente innovativo, di cui era perdutamente
innamorato.
Le riflessioni sul passato
rivisto con gli occhi di un adulto permettono al protagonista della storia di perdonare e riscoprire se stesso. Il
bordo vertiginoso delle cose è il limite di separazione tra una vita tranquilla ma priva di stimoli
e un’esistenza fondata sul coraggio di
mettersi in gioco per guadagnarsi il futuro: spesso vale la pena di affrontare
le proprie paure per vedere finalmente realizzata la propria natura.
Gianrico Carofiglio con questo romanzo dalla scrittura semplice e scorrevole
ci fa sperare in una possibilità di riscatto per ottenere la quale è però
necessario esporsi in prima persona e saltare oltre l’ostacolo dell’autocommiserazione.