Storia di una ladra
di libri è
stato pubblicato nel 2005 dallo scrittore australiano trentanovenne Markus Zusak, autore di libri per
ragazzi di grande successo, con il titolo originale La bambina che salvava i libri
(questo è stato rimpiazzato dopo l’uscita dell’omonimo film, che oltretutto si
discosta parecchio dal romanzo). Questo romanzo non spicca per eccezionali doti
stilistiche, ma può essere considerato assai originale per molti aspetti, tra
cui il fatto non trascurabile che il narratore è la Morte in persona.
La
storia inizia nel 1939 nella città
immaginaria di Molching, ma l’ambientazione
non è certo da fiaba, in quanto si svolge nella Germania nazista. La
piccola Liesel Meminger, già provata
da anni di stenti, all’età di nove anni assiste alla morte del fratellino
minore e pochi giorni dopo viene consegnata in adozione dalla madre ad una
coppia tedesca che ha due figli già grandi. Bambina così speciale da
incuriosire persino la Morte che,
come possiamo immaginare, in quel periodo aveva molto da fare, Liesel pur essendo analfabeta all’inizio
della storia ruba un libro. Via via che impara a leggere, la bambina continua con
fervore la sua attività di ladra di libri usati, comprendendo sempre più che le
parole sono così potenti da potere di volta in volta anche creare, manipolare e
distruggere.
Liesel, dotata di un cuore grande, si
affeziona presto ai genitori adottivi e ben si adatta alla vita nel quartiere
povero in cui abita, dimostrandosi un personaggio forte, leale e coraggioso,
soprattutto quando, a causa di una lontana promessa, in quella che ormai è la
sua casa arriva un ragazzo ebreo che tenta di sfuggire ai rastrellamenti, mettendo
a repentaglio la vita di tutta la famiglia.
I libri
rubati consentono a Liesel, mentre si
trova assiepata assieme ai vicini di casa nel rifugio antiaereo di zona, grazie
alla sua lettura ad alta voce, di alleviare almeno in parte l’angoscia che i
bombardamenti insinuano nella mente di grandi e piccini, tanto da meritare l’epiteto
di “scuotitrice di parole”. Una bambina non avrebbe dovuto assistere a tutto
questo orrore a cui è impossibile ancora oggi dare una spiegazione, ma quando
le viene regalato un taccuino, lei comincia a descriverlo, sperando che un giorno lontano
qualcuno sarà in grado di leggere le sue parole.