Quando due anime gemelle si incontrano per la prima volta, scatta tra loro una
sorta di riconoscimento e l’attrazione reciproca diventa una connessione di
tipo magnetico. Nel libro L’imperfetta meraviglia,
diciannovesimo romanzo di Andrea De
Carlo, sullo sfondo della romantica Provenza
autunnale la giovane gelataia italiana Milena
Migliari incontra la rockstar
inglese di mezza età Nick Cruickshank e
tra loro si instaura subito una speciale sintonia.
Milena non è una gelataia qualsiasi, ma un’artista che con l’estro
di un’alchimista miscela sapori genuini e inusuali, impegnandosi in prove su
prove alla ricerca del gusto perfetto. Delusa dall’egoismo e dalla prevaricazione
del genere maschile, la giovane donna ha una relazione con la stabile e forte Viviane, ma presto si ritrova a dover affrontare le stesse
problematiche delle coppie eterosessuali, tra cui l’ardente desiderio dell’altra
di avere un bambino.
Nick ha cinque figli sparsi per il mondo e sta per sposarsi per la
terza volta, ma sta vivendo una fase di crisi esistenziale che lo porta a
continui litigi e desideri di fuga.
Milena e Nick si trovano
più volte nello stesso luogo allo stesso istante, e ogni volta si accorgono di specchiarsi
l’uno nell’altro. Più razionale lei, più istintivo lui, ma simili nel profondo, sanno riconoscersi reciprocamente senza bisogno di tante parole.
L’imperfetta meraviglia,
il cui autore è anche musicista, ha il ritmo del rock e la leggerezza della
commedia, andando a toccare argomenti molto discussi attualmente quali la
fecondazione assistita, la paura del terrorismo e la diffidenza verso l’altro
rappresentata dai passanti assai dubbiosi nel vedersi offrire un gelato gratuito.
Nel romanzo, L’imperfetta meraviglia
si riferisce alla piacevole ma effimera scioglievolezza di un buon gelato riferibile
al bello della vita che cambia e si modifica. L’uomo moderno ha la capacità di
essere spesso la fonte della propria infelicità, nel voler assecondare i
desideri delle persone care andando contro la propria natura e nel tenere fede al proprio personaggio. A un
certo punto, dopo tanti bivi non presi, occorre una scossa che ci aiuti a
riprenderci in mano il nostro destino, affinché
possiamo esprimere finalmente ciò per cui siamo stati creati.