Chi ha vissuto a Milano negli anni Sessanta-Settanta sa
che a quei tempi una fittissima nebbia avvolgeva la città, per parecchi mesi all’anno.
Oggi la situazione è notevolmente migliorata, anche per via dei cambiamenti climatici,
ma soprattutto perché non si utilizza più il carbone come combustibile e anche grazie alla diminuzione del consumo di gasolio.
Il romanzo C’era
la nebbia a Milano, ad opera dello scrittore nonché regista teatrale e
radiofonico Franco Di Leo,
ambientato nella città meneghina nel 1966,
racconta la storia di un matrimonio come tanti, con un piccolo giallo a fare da
contorno.
Fausto
Morandi, un uomo che si è sistemato sposando la figlia di un
abbiente concessionario di auto, si dedica tranquillamente a relazioni
clandestine anche con la sua segretaria, certo che la moglie Ornella sia troppo ingenua per
sospettare qualcosa.
Una sera, però, dopo sei tranquilli
anni di matrimonio, Fausto
rientrando a casa a mezzanotte dopo l’ennesima scappatella non trova più la
moglie ad attenderlo. Rovistando nei cassetti scopre che quel giorno lei aveva
appuntamento con un filatelista un po’ losco per vendere i francobolli
ereditati dal padre.
Dopo avere cercato Ornella ovunque, ospedali compresi, Fausto si decide a chiedere aiuto ai
carabinieri, e intanto trascorrono diverse settimane. Temendo di giorno in giorno
sempre più che alla moglie sia successo qualcosa di grave, lui si rivolge ad un
investigatore privato, un po’ imbranato ma comunque efficace e scopre che lei non è affatto un’ingenua.
Ad un certo punto il mistero
viene dipanato e la storia si trasforma in una guerra tra coniugi senza
esclusione di colpi. C’era la nebbia a
Milano è un romanzo semplice, adatto ad una lettura poco impegnativa, ma è
interessante perché cita gli episodi di cronaca del tempo, consentendo di immergerci
per qualche ora nel clima dei favolosi anni Sessanta.