mercoledì 5 luglio 2017

A proposito di sismicità indotta: “Forte movimento”, romanzo di Jonathan Franzen


L’attività antropica di estrazione o iniezione di liquidi e gas nel sottosuolo può innescare eventi sismici. Sappiamo che i terremoti avvengono quando, lungo fratture della crosta terrestre  denominate faglie, la tensione accumulata da lungo tempo porta la roccia a raggiungere il carico di rottura con un conseguente spostamento improvviso che libera ingente quantità di energia.

L’estrazione o l’iniezione di fluidi nel sottosuolo lungo faglie preesistenti ne altera le condizioni di sforzo e può rendere sismica un’area mai interessata in precedenza da terremoti. Questi eventi indotti negli USA hanno raggiunto persino la magnitudo Richter 6, quindi sono  molto pericolosi soprattutto se si verificano in aree nelle quali le costruzioni non rispondono a criteri antisismici. In Italia a partire dagli anni Sessanta alcune aziende sono state accusate di sismicità indotta, ma gli studi conseguenti non hanno portato a nulla di concreto e tali eventi sono stati alla fine classificati come naturali.

Il romanzo Forte movimento ad opera dello scrittore statunitense Jonathan Franzen racconta gli eventi catastrofici indotti nel 1987 dalla industria chimica Sweeting Aldren Industries di Boston che negli anni Sessanta aveva scavato un pozzo per la ricerca del petrolio, spingendosi oltre i 6 km di profondità. A causa dell’eccesivo costo della gestione di un pozzo così profondo, l’attività estrattiva viene abbandonata ma la cavità continua ad essere utilizzata negli anni successivi come discarica abusiva di rifiuti tossici. L’iniezione di 4 milioni di litri di fluidi all’anno, premendo fortemente sulla roccia circostante, va ad alterarne l’equilibrio e ad un certo punto provoca la famigerata sismicità indotta. Dopo qualche scossa di lieve entità, un grave terremoto distrugge gran parte della città provocando decine di vittime e centinaia di feriti, oltre a fuoriuscite di sostanze tossiche dal sito dell’azienda chimica.

Protagonista del romanzo è il ventitreenne Louis Holland, giovane di buona famiglia che si mantiene da solo lavorando in una stazione radio. Dopo la morte della moglie del nonno materno  durante un terremoto, avvenuta apparentemente per cause naturali, il protagonista della storia incontra casualmente la sismologa trentenne  Renée Seitchek con cui imbastisce una morbosa storia d’amore.
La ragazza indaga sui terremoti indotti e sul passato dell’industria chimica ma quando i suoi studi stanno arrivando ad una svolta si trova ad essere colpita da numerosi colpi di pistola davanti alla porta di casa e le prove da lei raccolte spariscono. Subito dopo il grave terremoto indotto di Boston i dirigenti dell’azienda fuggono dalla città e si rifugiano su un’isola dei Caraibi dalla quale è impossibile l’estradizione verso gli Stati Uniti, restando così impuniti.

Jonathan Franzen in questo giallo ambientalista complesso e articolato critica il modello di vita degli strati più alti della società americana e il cinismo di chi accecato dalla sete di denaro è pronto a sacrificare il bene più prezioso che abbiamo: la nostra terra.




Francesca Paolillo






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