Georges Simenon è un prolifico scrittore belga nato
all’inizio del Novecento, famoso per avere ideato il personaggio del
commissario Jules Maigret. In realtà questo autore si è dedicato solo in parte
alla stesura di libri “gialli”, producendo dei veri capolavori anche nei generi
di appendice e psicologico.
Attento osservatore dei tipi umani più squallidi, in questa
storia Georges Simenon rivela il suo animo più profondamente romantico, ma non
a caso: durante la stesura dell’opera nel 1946 aveva infatti intessuto una
relazione molto appassionata con la sua segretaria che poi divenne la sua
seconda, ma non ultima, moglie.
Il romanzo narra di un attore francese quarantasettenne (François Combe) che si è trasferito da due
mesi a New York dopo essere stato lasciato dalla moglie per un uomo più
giovane, il quale incontra una trentaduenne viennese divorziata (Catherine Miller) in cerca di un qualsiasi
uomo che possa colmare la sua solitudine.
Nonostante fossero vicini di casa nel Greenwich Village, il
loro incontro avviene del tutto casualmente in un bar di Washington Square. Quasi
tutta la trama del romanzo si svolge di notte, in una New York costantemente
grigia, sporca e piovosa, in uno stile asciutto e analitico. Le tinte sono
fosche e la solitudine sia dei due protagonisti sia delle figure minori che
ruotano loro attorno appare assai pesante, ma l’autore riesce in questa storia
costituita quasi esclusivamente da lunghi dialoghi a descrivere perfettamente
il modo in cui un uomo e una donna iniziano a conoscersi e poco dopo a
riconoscersi.Tra gelosia, paura dell’abbandono prima e dell’amore vero poi, tra numerose bottiglie di whisky bevute e sigarette fumate, i due personaggi alla fine si innamorano sul serio offrendoci, pur con qualche colpo di scena, anche un lieto fine.
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