Alessandro Arseni,
direttore della casa editrice The Postal
Gazette, nonché fervido appassionato di storia postale, nel 1990 è entrato
in possesso di un vasto archivio costituito da circa 20.000 lettere, spedite ad
un negoziante di Livorno negli anni dal 1820
al 1860 da ogni parte del mondo.
Notando che sulle lettere che avevano viaggiato per via di mare spesso era
stato vergato a mano il nome del piroscafo che le aveva trasportate, l’autore
sentì scaturire dentro di sé il desiderio di conoscere più da vicino le vicende
di questi bastimenti. ‘Storia
della navigazione a Vapore e dei servizi Postali sul Mediterraneo’ nasce, oltre che dall’esame di questo
e di altri archivi, anche dal paziente studio di giornali e periodici dell’epoca
che Alessandro Arseni ha effettuato viaggiando di biblioteca in biblioteca per
più di vent’anni. Questo libro, che sarà seguito entro il 2015 da diversi volumi
successivi, con l’intento di raccontare
il magico mondo dei battelli a vapore o piroscafi adibiti al trasporto della
corrispondenza fino al termine dell’Ottocento, dimostra perfettamente ai
lettori quanto il passaggio dalla propulsione a vela a quella a motore incise
sui servizi postali del Mediterraneo.
L’Italia, paese prevalentemente montuoso, di per sé poco si
presta alla comunicazione; per di più, all’inizio dell’Ottocento le reti
stradali e ferroviarie non erano adeguate al fabbisogno e la frammentazione
politica ed economica, le dogane, le diversità di pesi e misure lungo tutta la
penisola ostacolavano non poco quello sviluppo che pian piano cercava di
affiorare.
In questo periodo nacque la propulsione a vapore che crea energia
meccanica utilizzando vapore d’acqua
grazie all’impiego di combustibili naturali quali carbone e legna e il sistema venne impiegato ben presto anche
sui battelli, i quali per forma e dimensioni ben si prestavano ad accogliere
caldaie, macchine motrici e combustibile. All’inizio il passaggio dalla vela al
motore venne osteggiato dai più, finché apparve evidente quanto il nuovo
sistema di propulsione fosse affidabile e sicuro, consentendo trasporti regolari non più condizionati dal
vento: il mare che tanto aveva diviso i popoli divenne così ben presto il
principale mezzo di comunicazione.
I viaggiatori poterono grazie alla propulsione a vapore, esaltata
a metà Ottocento anche da Victor Hugo nello struggente romanzo ‘I lavoratori del mare’, navigare più
velocemente, a costi inferiori, con una
buona puntualità e con minor rischio, anche se qualche incidente, naufragio e
scoppio di caldaia sporadicamente poteva capitare. Le merci deperibili quali
pesce e burro finalmente giungevano a destinazione più fresche, il bestiame
soffriva di meno per le traversate e la corrispondenza poteva contare su tariffe
e tempi di percorrenza certi che le impressero un notevole impulso.
Il primo battello a vapore che viaggiò in Europa venne varato
nel 1812 e già nel 1818 l’allora prospero Regno
delle Due Sicilie realizzò il
piroscafo veloce d’avanguardia a mezzo di
trombe a fuoco Ferdinando I, denominato serpentone
per il lungo e sottile fumaiolo, con rotta da Napoli per Livorno e Genova. Si trattava di un battello in
legno, infatti fino al 1824 non venne ideata
la protezione catodica che consentisse di preservare lo scafo in metallo dalla
corrosione, dotato di due caldaie lunghe sei metri e di una macchina da 45
cavalli di potenza, collegata a due grandi ruote laterali a pale. Mentre il Ferdinando I veniva messo presto in
disarmo a causa del completo fallimento economico dell’impresa, ormai il
progresso non poteva arrestarsi e già il battello a vapore Carolina I dell’Impero
Austriaco varato a Trieste solcava il mare tra il porto Giuliano e Venezia,
seguito dai piroscafi Tevere dello Stato Pontificio e Leopoldo II e Maria
Antonietta del Granducato di Toscana. Presto il Mar Mediterraneo si trovò ad
essere solcato regolarmente da più di 70 battelli a vapore con potenza da 50 a
160 cavalli, battenti anche le bandiere
di Regno di Sardegna, Francia e
Inghilterra, i quali trasportavano sempre maggiore mole di passeggeri,
merci e posta. Verso la metà dell’Ottocento comparvero i primi scafi in ferro e
la propulsione divenne ad elica.
Alessandro Arseni,
dallo spoglio della stampa e della corrispondenza originale dell’epoca, ha
desunto una ricca iconografia postale e marinara che ben testimonia lo storico passaggio
dalla vela all’energia meccanica, corredando il libro di articoli di giornale, immagini
di bastimenti, mappa delle rotte, indice delle navi, tabelle con date di
partenza e arrivo di tutte le linee, distanza tra i porti, timbri postali e
amministrativi, immagini di lettere, tariffe per la tassazione e francatura e
molto altro, riuscendo a fornire al lettore un’opera di notevole interesse storico e
collezionistico, che ben testimonia l’importante cambiamento di mentalità e costume
nella società di inizio Ottocento.
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