mercoledì 11 giugno 2014

Il cancro alla prostata può avere origine da una malattia sessualmente trasmessa?


Il cancro alla prostata, neoplasia maligna che si sviluppa nelle cellule epiteliali di questa piccola ghiandola, è uno dei tumori più diffusi nella popolazione maschile al di sopra dei 45 anni di età, contando in Italia ogni anno 11.000 nuovi casi e  6.300 decessi.

Sappiamo che le possibilità di contrarre questa pericolosa e subdola neoplasia traggono origine nella genetica e nello stile di vita dell’individuo. I fattori di rischio principali sono: la presenza della malattia in un consanguineo, una dieta ricca di grassi animali e una scarsa attività fisica. 
Di recente si è scoperto che anche l’infezione del parassita Trichomonas vaginalis, sessualmente trasmissibile, può favorire la crescita di questo tumore, in quanto presente in almeno un quarto dei malati di cancro alla prostata.

Ben 275 milioni di persone nel mondo sono affette da trichomoniasi . I sintomi, spesso sfumati, comprendono: prurito e bruciore nelle parti intime e perdite che nella donna assumono un forte odore di pesce.


Ricercatori dell’Università della California e dell’Università degli studi di Sassari, dopo numerosi studi in laboratorio,   hanno pubblicato sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas)  le loro conclusioni in merito. Secondo questi esperimenti, l’infiammazione cronica dovuta al Trichomonas vaginalis  può provocare il tumore alla prostata a causa di una proteina emessa dal parassita che  favorisce, oltre all’instaurarsi dello  stato infiammatorio,  anche la proliferazione delle cellule tumorali.  Attenzione dunque ai primi sintomi: sradicare il parassita negli stadi iniziali della malattia è essenziale.

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