Furore (titolo originale The
grapes of wrath, ovvero I grappoli
dell’odio) è un romanzo pubblicato dallo scrittore statunitense John Ernst Steinbeck nel 1939, che in Italia venne pesantemente
decurtato dalla censura fascista. Solo dal 2013 è finalmente disponibile in libreria
in una nuova traduzione integrale.
Ambientato negli Stati
Uniti d’America subito dopo la crisi
economica e finanziaria del 1929 che
ebbe evidenti ripercussioni a livello mondiale nei decenni successivi, non
molto diversamente da ciò che sta accadendo oggi, il libro documenta l’esodo di
milioni di persone ridotte in miseria che abbandonarono il Midwest per migrare verso la California
in cerca di lavoro.
Protagonista della storia è la famiglia Joad dell’Oklahoma,
assurta a simbolo di tutti quei contadini
che, non riuscendo a causa di un calo di fertilità della terra a restituire i
prestiti concessi dalla banca, vennero espropriati dalle loro fattorie ritenute
dai poteri finanziari non più redditizie. Le banche non solo non rinnovarono i
crediti, ma spianarono ogni cosa con le trattrici, persino le case ancora abitate.
La storia inizia con il ritorno a casa di Tom , maggiore di sei figli di una
famiglia contadina povera ma dignitosa, rilasciato sulla parola dopo avere
scontato parte di una pena per omicidio. Costretta a lasciare la casa e la
terra in cui viveva da decenni, la famiglia Joad che consta di tre generazioni affronta un viaggio epocale a
bordo di un autocarro lungo la interminabile Route 66 attraverso Texas, New
Mexico e Arizona, sperando in un futuro decente una volta giunti nella fiorente
California.
Purtroppo niente avviene come sperato: i nonni muoiono uno
dopo l’altro durante il viaggio massacrante, Tom si macchia di un secondo omicidio e la sorella diciassettenne Rose of Sharon, dopo essere stata abbandonata
dal giovane marito, durante il tragitto partorisce un bambino morto.
La California finalmente
raggiunta non è come la famiglia Joad
si aspettava: nonostante la presenza di fertili terre sterminate anche lì c’è
miseria e l’eccesso di richiesta di lavoro porta a ribassare i salari a
giornata fino a livelli disumani, rendendo gli uomini schiavi e affamati. Gli
abitanti di questo Stato negano qualsiasi diritto civile agli
immigrati e li sfruttano all’inverosimile, nonostante siano statunitensi come
loro.
Romanzo simbolo della grande depressione americana degli
anni Trenta, Furore è un vero capolavoro che raccontando la trasmigrazione
della famiglia Joad ci fa rivivere la trasformazione di un’intera
nazione fondata sui valori della terra e della famiglia.
Vera protagonista della storia è l’ingiustizia che padroneggia quando il denaro e il potere si
concentrano nelle mani di pochi detentori senza scrupoli. Raccontando le
sofferenze dei più miseri attraverso i loro gesti e sguardi, Steinbeck con questo romanzo si dimostra
maestro di realismo e attraverso la sua scrittura asciutta riesce a far rivivere
perfettamente il più che giustificato furore dei migranti, finendo per inculcare
anche al lettore una certa dose di rabbia.
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