Qualunque superpotenza, se
venisse informata dell’esistenza di una sostanza capace di produrre infinita
energia a costo zero, ingaggerebbe una vera e propria corsa all’oro pur di impossessarsene per prima. Su questo tema
ruota il romanzo di genere fantascienza Dove il tempo non era mai stato, nel
quale i protagonisti sono più di uno e neanche tutti appartenenti al genere
umano: si tratta di due coraggiosi eroi capaci di sacrificare tutto ciò che
possiedono per il bene della patria, il cosmonauta Brad Callagher e il capitano di vascello Yuri Ivanov, e di due potenti creature aliene che si contrappongono
l’una all’altra per determinare il destino dell’umanità .
La storia si apre con una
formidabile tempesta che si abbatte nella zona delle Isole Azzorre fuori stagione, avvistata dalla Stazione Spaziale Internazionale dove il comandante di turno Brad Callagher si trova a capo di un
gruppo di cosmonauti tra cui la affascinante astrofisica Iryna. Nel bel mezzo della tempesta si vanno a trovare due
imbarcazioni a vela che stanno tenendo una regata da Gibilterra verso le Isole Azzorre, una delle quali è
capitanata dall’esperto istruttore
Malcom Ranieri.
Un flashback ci porta indietro
nel tempo, nel campo di sterminio di Treblinka,
dove il Reichführer Heinrich Luitpold
Himmler, capo delle SS, viene avvicinato da un deportato, l’ingegnere
polacco Wielgus, il quale asserisce di essere a conoscenza dell’esistenza
di una sostanza rinchiusa in una teca metallica sul fondale dell’oceano Atlantico, che prelevando
energia dallo spazio avrebbe la capacità di catalizzare il procedimento di
fusione di due nuclei atomici e di produrre illimitati quantitativi di energia,
inoltre saprebbe mantenere inalterati nel corso del tempo persone e animali che
vi entrassero in contatto, alla guisa di un elisir di eterna giovinezza.
Il regime nazista, nell’evidenza
dell’esaurimento delle scorte petrolifere a causa dei bombardamenti nemici ai
depositi di carburante e alle raffinerie, decide di intraprendere l’avventura
di recupero della sostanza prodigiosa per mezzo di un sommergibile. L’U- Boot nazista, dopo avere localizzato
la sostanza nel 1944, affonda però con tutto il suo equipaggio,
inabissandosi con il giornale di bordo
contenente le coordinate utili per recuperarla.
Qualche anno dopo, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche,
a causa della scarsità di uranio presente sul proprio territorio, decide
anch’essa di tentare di impossessarsi della sostanza per l’approvvigionamento
di energia. Un sommergibile parte alla volta dell’oceano Atlantico laddove si era precedentemente inabissato l’U-Boot nazista, al comando del capitano
di vascello Yuri Ivanov, con a bordo
30 marinai e il commissario politico del regime di Stalin, Boris Kozlov.
Contemporaneamente anche gli americani inviano un battello di ricognizione nella
stessa zona.
Il sommergibile nazista inabissato viene localizzato dagli equipaggi
di ambedue le superpotenze ma è l’URSS
a impossessarsi per prima del suo prezioso giornale di bordo e a raggiungere la
misteriosa sostanza. I subacquei russi rinvengono così una struttura metallica
a forma di disco, somigliante ad un’ostrica, incardinato alla roccia del
fondale. All’interno si trova una grossa gemma color ambra, galleggiante in un
plasma dalla luminescenza di colore verde smeraldo. Una forza misteriosa respinge
chi si avvicina alla sostanza a causa delle sue proprietà magnetiche, ma
l’equipaggio capitanato da Yuri Ivanov
riesce ugualmente a impossessarsi di un frammento di essa e a caricarlo sul
sommergibile per portarlo in patria. Questa operazione causa una serie di
inspiegabili fenomeni.
La narrazione torna ai giorni
nostri. Mentre una tempesta solare investe la Terra, la Stazione Spaziale Internazionale avvista un concentrato di radiazioni che emettono a brevissimi
intervalli di tempo lunghezze d’onda di
ogni tipo. L’accumulo ruota su se stesso a velocità prossime a quella della
luce e il suo nucleo radiante compare ora in un punto ora in un altro della
nostra galassia senza che i suoi spostamenti
soggiacciano alle leggi del tempo.
Il comando supremo della NATO ordina quindi di inviare un messaggio all’oggetto
non identificato, che sembra un Essere pensante. Non ricevendo risposta, si pensa
di neutralizzarlo prima che si avvicini alla Terra. Viene così deciso di
inviare una bomba nucleare non proprio sull’oggetto ma a distanza ravvicinata da
esso, in segno di avvertimento. Si tratta di un ordigno dall’energia 20.000
volte maggiore di quella della bomba di Hiroshima, con un raggio di azione di
300 km, denominato Bomba Zar.
Mentre nel mare delle Azzorre la temperatura arriva inspiegabilmente a
superare i 30 gradi, il sottomarino
sovietico rientrato in patria chiede alle autorità il permesso di entrare a
Murmansk. Il capitano Yuri Ivanov era stato dato per disperso alla
fine degli anni Quaranta insieme al
suo equipaggio ed è incredibile la sua
ricomparsa dopo 60 anni, quando non esistono più da tempo né Stalin né l’URSS. Tutti
i marinai dimostrano ancora trenta anni, in quanto il contatto con la sostanza
misteriosa trasportata nel sommergibile ha
provocato nei loro organismi una sorta di blocco temporale.
Mentre la ricomparsa del sommergibile alla guisa di un fantasma
mette in imbarazzo la odierna Federazione
Russa, l’esplosione della bomba Zar
con la sua emissione di elettroni ad
alta energia forma intorno alla Terra fasce di radiazioni che distruggono gli
apparati elettronici dei satelliti, bloccano l’energia elettrica su gran parte
dell’emisfero boreale e perturbano le comunicazioni radio. Le sue onde d’urto
danneggiano severamente la Stazione
Spaziale Internazionale e il cosmonauta Brad Callagher è costretto ad abbandonarla assieme ad Iryna.
L’oggetto non identificato,
raggiunto solo di striscio dalle radiazioni, subisce un forte rialzo della
temperatura ma riesce presto a rimettersi in sesto e a continuare ad avvicinarsi alla
Terra per raggiungere il suo obiettivo. L’altra creatura che si trova ancora
sul fondo dell’oceano Atlantico ne
percepisce l’avvicinamento sulla verticale delle Isole Azzorre e fuoriesce
dalla formazione rocciosa in cui si trovava da tempo immemorabile.
Intanto il sommergibile dell’URSS non avendo trovato accoglienza da
parte della Federazione Russa va a
rifugiarsi nel fiordo norvegese di Rana,
dove il capitano Yuri Ivanov tanti
anni addietro, durante una vacanza da giovane tenente, aveva incontrato l’unico
amore della sua vita Eva, e qui la
storia arriva a concludersi in un finale
davvero commovente.
“L’universo continua a riservarci sorprese, non lo conosceremo mai
abbastanza” scrive l’autore di Dove il tempo non era mai stato, Hugo Christensen, nella riflessione sull’esistenza
di spostamenti che non soggiacciono alle leggi del tempo. In questo romanzo, nel
quale i sentimenti dei protagonisti possono essere percepiti dal lettore con
rara intensità, si trovano l’avventura, il coraggio di eroi dal grande valore
morale e la sfrontatezza di certi uomini nell’affrontare creature dalla potenza
incommensurabile, ma anche un dettagliato e rigoroso approfondimento di importanti
temi scientifici che rendono questa opera davvero completa.
Il libro è in vendita presso l'editore LoGisma oppure online al seguente link: http://www.mondadoristore.it/Dove-tempo-non-era-mai-stato-Hugo-Christensen/eai978889753074/
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