martedì 29 maggio 2012

Recensione del romanzo "Fai bei sogni"



Il piccolo Massimo perde la madre a soli nove anni. Come spesso accade,  tutti gli adulti che gli stanno intorno nell’intenzione di proteggerlo da un dolore troppo grande  ed anche per codardia non gli comunicano  la verità sulle modalità di quella morte, anzi, per un certo tempo addirittura non gli rivelano nemmeno che lei non c’è più. Massimo colpevolizza la madre, ritenendo che se lo avesse amato davvero non se ne sarebbe andata nonostante fosse stata colpita dal “Brutto Male”, e colpevolizza se stesso per non essere riuscito a farsi amare abbastanza. Cresce in un ambiente esclusivamente maschile e anaffettivo, con un incolmabile senso di abbandono che gli crea problemi anche nei rapporti con le donne, finché incontra quella giusta, Elisa. Il mistero riguardante la morte di sua madre gli verrà svelato solo dopo quarant’anni, dandogli la consapevolezza di avere rifiutato per anni e anni una verità che aveva già  intuito per non soffrire. Massimo  si rende finalmente conto dell’amore che suo padre aveva provato nel proprio intimo senza riuscire ad esternarlo e immedesimandosi nella profonda sofferenza della madre che in realtà non aveva rifiutato Massimo ma la vita, riesce finalmente a perdonare, liberandosi di quella parte di sé che non era riuscita a crescere e immergendosi nel tanto temuto dolore ne esce finalmente uomo.
L’Autore Massimo Gramellini in questa storia dagli evidenti riferimenti autobiografici si esprime in una scrittura molto scorrevole, riuscendo a comunicare perfettamente al lettore la sua commozione nel ricordare la madre che lo ha lasciato davvero troppo presto.

Francesca Paolillo


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