La vita media dell’uomo si è allungata parecchio negli ultimi anni
grazie al miglioramento dell’alimentazione e delle condizioni generali di vita
ed anche ai notevoli progressi della
medicina e della chirurgia. L’aspettativa di vita alla nascita era di 20 anni
nel periodo Paleolitico e di 28 anni all’epoca di Gesù Cristo, mentre oggi la
longevità massima è di ben 120 anni. I centenari in Italia erano circa 50 ai
primi del Novecento e più di 5000 alla fine dello stesso secolo, mentre oggi le
persone che superano i 60 anni nel nostro Paese sono il 25% della popolazione:
praticamente stiamo guadagnando 3 mesi di vita ogni anno che passa, e secondo
gli scienziati siamo molto vicini al traguardo della semi-immortalità, cioè alla
possibilità che si arrivi a vivere anche
1000 anni. Fin dai tempi più antichi l’uomo ha aspirato all’immortalità,
immaginando gli dei a propria immagine e somiglianza. Gli Egizi conservavano le
salme immaginando che un giorno le anime ne avrebbero ripreso possesso riportandole in vita,
concetto non molto diverso dall’ibernazione dove il sangue di una persona
appena deceduta viene sostituito con l’anticoagulante glicerolo e la salma viene
poi portata alla temperatura di 200 gradi sotto zero nel tentativo di mantenerne intatti i tessuti biologici per qualche
centinaio di anni, sperando che i
posteri siano un giorno in grado di riportare in vita l’individuo rendendolo
immortale. Perché si muore? Lasciando da parte le morti violente, non si è più vivi quando si perde la
funzionalità di un organo vitale e l’organismo si avvia al collasso e alla
disgregazione. Per ovviare a ciò si utilizzano i trapianti. Si possono
senz’altro sostituire ossa, denti, arti, organi, ma nonostante ciò l’organismo
continua ad invecchiare, dunque è all’invecchiamento che dobbiamo opporci o
almeno rallentare i processi che lo determinano, e comunque i donatori non sono
sufficienti per soddisfare tutte le richieste. Esistono poi gli organi
artificiali, infatti è possibile produrre in laboratorio porzioni di pelle,
sangue, muscoli e tessuto corneale. Nonostante tutti questi progressi non
riusciamo ancora ad essere immortali né giovani per sempre. In realtà non sono
stati rallentati i ritmi dell’invecchiamento biologico, anche se la maggiore
cura di sé fa sembrare i vecchi di oggi più in forma di quelli di ieri: si vive
più a lungo soltanto perché si vive meglio. Siamo sicuri che se riuscissimo ad
allungare la vita media molto oltre quella attuale saremmo felici, o invece la
noia ci distruggerebbe? Il mondo potrebbe supportare l’inevitabile incremento
demografico?
Nessun commento:
Posta un commento