lunedì 15 ottobre 2012

Recensione del romanzo "Il segno di Attila" di Guido Cervo


Nel 451 d.C. ebbe luogo ai Campi Catalaunici (Chalôn) una sanguinosa battaglia che decise le sorti future dell’Europa. Questo romanzo storico continua la saga ambientata dallo scrittore Guido Cervo nel Sacro Romano Impero, narrando le gesta di due grandi eserciti che si fronteggiano: da un lato gli Unni invasori delle Gallie e dall’altro i Romani con i loro alleati (Franchi, Burgundi, Celti e Visigoti).Tra clangori di armi che cozzano e litri di sangue umano versato, la battaglia termina nel libro con la ritirata degli Unni.
I protagonisti principali della narrazione sono Balamber guerriero delle steppe, suddito di Attila ( l’ultimo e più potente sovrano degli  Unni), e il prefetto romano Aulo Sebastiano suddito del governatore Flavio Ezio, i quali si incontrano più volte in un assoluto rispetto reciproco. Nonostante le loro diverse origini  i contendenti sono attratti dalla stessa donna, una giovane principessa guerriera dal corpo esile ma dalle grandi capacità guerresche.
L’Autore grazie ad una scrittura chiara e scorrevole accompagna il lettore in questo mondo antico in cui i rapporti tra gli uomini sono ancora barbari e selvaggi, anche se qualche guerriero sa mostrare anche un inaspettato lato sentimentale. La storia è interessante e ben costruita, anche se molto romanzata in quanto le cronache dell’epoca trattarono l’argomento in maniera superficiale, lasciando all’Autore molto spazio per l’immaginazione e l’inventiva.

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