Tracy Chevalier
ha trascorso metà della sua vita negli Stati
Uniti e l’altra metà in Gran Bretagna,
tanto da possedere la cittadinanza di ambedue le Nazioni. Nel romanzo L’ultima fuggitiva l’autrice si immedesima in una giovane
donna inglese di buona famiglia (Honor
Bright) che parte da Bristol nel
1850 per accompagnare nel selvaggio Ohio la sorella, futura sposa di un emigrato inglese. Durante
tutto il mese di traversata oceanica su di un grande veliero Honor soffre il
mal di mare in maniera estrema e giura a se stessa che mai ripeterà quel
viaggio.
A poche decine di miglia dalla meta la sorella di Honor
muore improvvisamente di febbre gialla, costringendola ad affrontare da sola l’inserimento
in una società assai diversa da quella in cui era cresciuta. All’inizio della
storia Honor è assai disorientata, cambia letto quasi ogni notte (“al mattino non
riusciva più a ricordare dove fosse”) e quando finalmente arriva nel villaggio
che costituisce la sua meta viene accolta con enorme freddezza da tutti, anche dai
suoi compatrioti. Per meglio inserirsi in quella società puritana, nel giro di
breve tempo si sposa con un bel giovanotto e si adatta alla vita faticosa di
chi gestisce una grande fattoria.
La
protagonista del romanzo è una ragazza ingenua, dedita al movimento religioso protestante e puritano
dei Quaccheri. Per lei in America
tutto è diverso dalle colline del Dorset che ha lasciato: l’odore che aleggia nell’aria, la maestosità
dei paesaggi, la schiettezza della gente, le strade polverose, il cibo fin
troppo abbondante ma monotono, i villaggi costituiti da effimere casette di
legno ai crocevia delle strade. In quelle lande sconfinate, terre di passaggio
dei coloni che vanno verso Ovest in cerca di terre da coltivare e
degli schiavi fuggitivi che prendono
la via del Nord per raggiungere la
libertà nel Canada, ciò che la turba di più sono gli occhi imploranti degli
afroamericani costretti ad affrontare viaggi interminabili a piedi senza poter
portare nulla con sé.
I personaggi di questo romanzo, infatti, si muovono in quel
periodo di transizione nel quale gli Stati Uniti erano chiamati a decidere
quanto fosse giusto mantenere in schiavitù
milioni di individui dalla pelle nera soltanto per un tornaconto economico.
L’ultima
fuggitiva è un interessante
romanzo storico da cui emergono forti passioni contrastanti quali amore,
gelosia, amicizia e devozione a un Credo. Honor Bright imparerà molto dagli
americani: imparerà ad andare sempre
avanti senza fermarsi e soprattutto "che c’è differenza tra fuggire e correre
verso il futuro".Francesca Paolillo
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