venerdì 15 febbraio 2013

Arriva dal Giappone l’idea di bere il caffè al tavolo con il gatto


Il primo bar che proponeva come intrattenimento la compagnia di felini affettuosi è nato a Taipei nel 1998 e ad oggi questo genere di locali detti Neko Cafè è assai diffuso in tutto il Giappone, probabilmente perché nel Paese del Sol levante i rigidi regolamenti condominiali non permettono di allevare animali in casa .
Un’antica fiaba germanica narra che una principessa per salvare il proprio amato dovesse riuscire a filare numerose matasse in un breve lasso di tempo e che ci riuscì proprio grazie all’aiuto dei suoi gatti, i quali ricevettero come ricompensa una scatola di velluto contenente  le fusa,  cioè il suono dei fusi che girano durante la filatura.
I ronron del gatto sono assai misteriosi, infatti non si sa come vengano prodotti, se da vibrazioni della laringe e del diaframma o da movimenti nella vena cava.
Sappiamo che le fusa del gatto si esprimono in tonalità talmente basse  da avere sull’uomo effetto rilassante e sedativo, tanto che questi suoni si trovano persino in vendita su CD. Secondo gli scienziati accarezzare un felino farebbe addirittura abbassare la pressione arteriosa e il battito cardiaco.

Per accedere ai Neko Café giapponesi i clienti devono rispettare rigide regole comportamentali: togliersi le scarpe all’ingresso, disinfettarsi le mani,  non svegliare i gatti mentre dormono,  coccolare solo i felini disponibili ad essere toccati, parlare a bassa voce,  fotografare senza flash. La permanenza nei Neko Cafè si paga a tempo: 1 ora in compagnia dei gatti costa l’equivalente di  10 dollari, 3 ore costano 32 dollari, inoltre chi volesse donare ai gatti giocattoli o cibo deve pagarli a parte.


 In Italia le restrizioni delle leggi sanitarie non permetteranno mai l’apertura di questo genere di locali, ma chi volesse frequentarne uno basta che voli a Vienna, unica città europea in cui esista un Neko Cafè, ovviamente a gestione giapponese.

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