Se volete visitare l’Islanda, isola primordiale caratterizzata da vulcani, geyser, ghiacciai, profonde spaccature nel terreno, deserti freddi e molto altro, dovete prevedere almeno dieci giorni di soggiorno, preferibilmente nel mese di luglio quando le temperature massime oscillano tra i nove e i sedici gradi. Nel periodo estivo collegamenti aerei da Bologna, Milano e Orio al Serio (BG) hanno frequenza trisettimanale, con durata del volo di circa quattro ore. Per l’ingresso nel Paese è sufficiente la carta di identità valida per l’espatrio.
La valuta locale è la corona
islandese, impossibile da reperire nelle banche italiane. Consiglio
comunque di non cambiare molti soldi al momento dell’arrivo in Islanda, perché laggiù
si può pagare qualsiasi merce utilizzando la carta di credito senza aggiunta di
commissioni, anche una sola bibita.
La strada principale che percorre la terra dei vulcani è la Statale N. 1 Hringvegurinn, definita anche
Ring road, in quanto si snoda lungo
tutta la circonferenza dell’isola. Poiché per la maggior parte le strade non
sono asfaltate, conviene affittare un fuoristrada prenotandolo dall’Italia, ma
evitando le maggiori compagnie europee che richiedono tariffe molto alte:
optando per una locale si risparmia più del 50%. Tutte le auto a noleggio sono
provviste di navigatore satellitare, ma prima di partire è meglio procurarsi
una carta stradale e una guida aggiornata che comprenda anche preziosi consigli
su vitto e alloggio, come ad esempio quella del Touring Club.
Gli unici alberghi di un certo livello sono quelli che con
il marchio della linea aerea Icelandair; nelle città in cui non sono presenti è meglio affidarsi a guest house e bed&breakfast,
nei quali l’ospitalità è molto apprezzabile, prevedendo però di doversi
adattare al bagno in comune con altri ospiti.
In nostro viaggio in Islanda può cominciare con l’atterraggio
nell’aeroporto di Keflavik, a 40
chilometri da Reykjavík. La capitale
islandese è una città moderna e vivace che si può visitare in un paio d’ore.
Piacevole è la passeggiata nella piazza Austurvöllur al centro della quale
spicca la statua di Jón Sigurdhsson, padre dell’indipendenza nazionale.
Notevoli, nell’istituto universitario Árnadaghur
i preziosissimi manoscritti medioevali tra cui le pagine del Konungsbók
eddukvaeda (o Codex regius dell’antica Edda,) del XIII secolo, la più completa
fonte di informazioni sugli dei pagani e sugli eroi del mondo germanico.
Iniziando il giro dell’isola in senso antiorario, la prima deviazione
dalla Ring road porta a Geysir, zona
collinare dove si possono ammirare geyser di tutte le dimensioni che
scaturiscono dal terreno giallognolo ad intervalli costanti con grande forza
emettendo sordi rumori e gorgoglii, oltre a piccoli getti di vapore e vasche di
acqua bollente odorosa di zolfo. Proseguendo per la stessa strada, dopo dieci
chilometri si può contemplare percorrendo soltanto dieci minuti a piedi la splendida
cascata di Gulfoss, con un salto di 50 metri.
Dopo essere ritornati sulla Ring road si devia sulla pista accessibile
soltanto ai fuoristrada, attraversata da numerosi torrenti da guadare, che si
inoltra per 24 chilometri nella valle di Thórsmörk,
la quale offre splendidi panorami rallegrati da cascate sovrastate da enormi
masse glaciali.
Si prosegue attraversando la scura area desertica del Mӯrdalssandur originata dai detriti
vulcanici e glaciali del vulvano Katla, quindi ci si inoltra nella pista che
conduce alle sorgenti calde di origine geotermica Landmannalaugar, nelle quali si può anche fare il bagno. Chi è
attrezzato con scarponi da montagna e tende può inoltrarsi tra le prospicienti montagne
multicolori di riolite per un’esperienza indimenticabile a contatto con la
natura.
Successivamente, di bell’impatto è la traversata in
fuoristrada del deserto di Skeidharársandur,
distesa sabbiosa lunga 34 chilometri dove nidificano gli uccelli stercorari dai
quali occorre guardarsi perché sono molto aggressivi. Successivamente si
incontra il piccolo lago Fjallsárlón,
al piede di un ghiacciaio da cui si staccano piccoli iceberg screziati di
azzurro.
Entrando dal parco nazionale di Skaftafell chi è attrezzato
con scarponi da montagna può effettuare l’escursione di tre ore a piedi verso
il ghiacciaio Kviárjökull e quindi provare il divertente giro su slitta
trainata da cani groenlandesi.
Proseguendo lungo la Ring road, si incontra lo spettacolare lago Jökulsárlón, popolato da iceberg multicolori galleggianti,
navigabile. Bella anche la spiaggia vicina su cui si trovano adagiati numerosi
iceberg staccatisi dai ghiacciai circostanti.
Il successivo tratto costiero, lungo 300 chilometri, offre
meravigliosi panorami sui massicci montuosi con ghiaioni scuri, rossi e ocra,
lagune costiere, fiordi, pascoli verdissimi, piccoli porti incantevoli e fitti boschi.
Giunti oltre la metà del nostro percorso, attraversiamo il
deserto Geitasandur di cenere e
pomice scintillante. In questa zona percorrendo brevi tratti a piedi si possono
incontrare imponenti renne.
Se ve la sentite di viaggiare lungo una pista sterrata
piuttosto impegnativa lunga 100 chilometri potete arrampicarvi sul vulcano Askja, altrimenti proseguite verso
l’impressionante cascata Dettifoss che
supera in un unico salto un dislivello di 40 metri.
Si prosegue quindi verso la riserva naturale del lago Mӯvatn popolata da numerosi uccelli e
pesci, dal paesaggio ancestrale con profonde spaccature nella roccia nelle
quali si può anche fare il bagno. Nella zona sono presenti numerosi fenomeni geotermici con solfatare e
fumarole.
Molto pittoresca e interessante per lo shopping è la
cittadina di Húsavík da cui partono
i velieri per l’emozionante avvistamento
di balene ed altri cetacei.
Successivamente si incontra la cascata Godhafoss, caratterizzata da un notevole volume d’acqua. Da qui ci si
può inoltrare nella pista lunga 80 chilometri che porta alla solfatara Hveravellir con potenti getti di vapore
e vasche d’acqua solfurea in una delle quali è possibile fare il bagno.
A Hvammstangi se
siete muniti di binocolo potete ammirare numerose foche che si riposano sugli
scogli vicino alla riva.
La successiva
deviazione porta al campo di lava
Hallmundarhraun, quindi si prosegue
per Thingvellir, il più antico dei
parchi islandesi nonché patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Resterete a bocca
aperta ammirando il colossale sistema di fratture lungo oltre 7 chilometri causato
da violenti terremoti, percorribile a piedi. Questo sito riveste enorme
importanza naturalistica, geologica e storica.
Prima di riprendere l’aereo per tornare in Italia fermatevi
a Grindavík e fate il bagno nella Laguna blu o Blá Lókonidh, stabilimento
termale all’aperto dalle acque intensamente azzurre, nel quale potrete
rilassarvi assai piacevolmente.
Francesca Paolillo
posto meraviglioso!
RispondiElimina"l'Islanda mi ha purificata, senza dirmelo.
me ne sono accorta solo al ritorno
di quel che è successo là
mentre tutto sembrava normale in un viaggio 'normale',
'vicino a casa'...
macché! terra ai confini, pura ed essenziale
senza fronzoli, senza ripetizioni, senza spreco, senza eccessi
via tutto
tutto semplicemente lavato via, bruciato, volato nel vento
acqua terra aria e fuoco
terra magica forte e inedita, io ti ringrazio
per le cascate, le nebbie , il vento, la pioggia, il verde e il nero"
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