martedì 3 ottobre 2017

Un romanzo breve dall'ironia sottile: “Parola di cadavere” di Andrea Vitali


Andrea Vitali è un medico di Bellano, ridente località affacciata sul lago di Como, che ha saputo fare tesoro dell’attento ascolto di tutto ciò che i suoi pazienti e compaesani gli hanno voluto raccontare nel tempo, non solo in ambulatorio ma anche al bar, per poi scrivere una grande quantità di romanzi ispirati a storie realmente accadute, i quali costituiscono una fonte assai preziosa per tramandare tutti gli aspetti curiosi della vita di provincia.

Parola di cadavere narra di un uomo ingenuo e  introverso di nome Anemio Agrati che per campare trasporta sul battello turisti e compaesani da una sponda all’altra del lago di Como, ma la sua vera bizzarra passione è un’altra: costruire casse da morto. Inquietanti sono anche la bruttissima moglie soprannominata Polifema a causa di un esagerato strabismo e il figlio pallido ed emaciato soprannominato Cadavere.

Il narratore della storia è un compagno di scuola di Cadavere che una volta terminati gli studi va alla ricerca di quel ragazzo pallido e silenzioso e riesce ad  incontrarlo soltanto al cimitero del paese ad ogni ricorrenza dei defunti, senza riuscire ad esaudire del tutto la sua curiosità riguardo a lui e alla sua famiglia.


Parola di cadavere è un romanzo breve delicato e grottesco che racconta con un linguaggio fluido e popolare l’emarginazione subìta da chiunque sia in qualche modo ritenuto dai concittadini un diverso. Questa storia, che non ha nulla di macabro, fa certamente sorridere ma con il suo triste epilogo lascia al lettore anche un certo gusto amaro in bocca.

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