Andrea Vitali è un medico di Bellano,
ridente località affacciata sul lago di
Como, che ha saputo fare tesoro dell’attento ascolto di tutto ciò che i suoi
pazienti e compaesani gli hanno voluto raccontare nel tempo, non solo in
ambulatorio ma anche al bar, per poi scrivere una grande quantità di romanzi ispirati
a storie realmente accadute, i quali costituiscono una fonte assai preziosa per tramandare tutti gli aspetti curiosi della vita di provincia.
Parola di
cadavere narra di un uomo ingenuo e introverso di nome Anemio Agrati che per campare trasporta sul battello turisti e compaesani
da una sponda all’altra del lago di Como,
ma la sua vera bizzarra passione è un’altra: costruire casse da morto. Inquietanti
sono anche la bruttissima moglie soprannominata Polifema a causa di un esagerato strabismo e il figlio pallido ed
emaciato soprannominato Cadavere.
Il narratore della storia è un compagno
di scuola di Cadavere che una volta
terminati gli studi va alla ricerca di quel ragazzo pallido e silenzioso e riesce
ad incontrarlo soltanto al cimitero del
paese ad ogni ricorrenza dei defunti, senza riuscire ad esaudire del tutto la
sua curiosità riguardo a lui e alla sua famiglia.
Parola di cadavere è un romanzo
breve delicato e grottesco che racconta con un linguaggio fluido e popolare l’emarginazione
subìta da chiunque sia in qualche modo ritenuto dai concittadini un diverso. Questa
storia, che non ha nulla di macabro, fa certamente sorridere ma con il suo
triste epilogo lascia al lettore anche un certo gusto amaro in bocca.
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