giovedì 26 ottobre 2017

Un thriller piacevole: “L’uomo di neve” con Michael Fassbender


I serial killer sono spesso persone molto intelligenti che mettono a dura prova la capacità dei detective  di incastrarli con prove inconfutabili. Questo accade anche nel thriller L’uomo di neve (titolo originale The snowman), diretto dal regista svedese Tomas Alfredson e prodotto dallo statunitense Martin Scorsese,  tratto liberamente dall’omonimo romanzo di Jo Nesbø e girato con un cast di tutto rispetto.

La storia racconta del ritrovamento a Oslo di cadaveri di donne fatti a pezzi, accanto ai quali compare sempre un pupazzo di neve, quale firma dell'assassino. Le indagini vengono affidate alla bella e giovane recluta Katrine Bratt (interpretata da Rebecca Ferguson), affiancata dal detective Harry Hole (Michael Fassbender), alcolista sul viale del tramonto.

Tra splendidi scenari norvegesi da grande freddo e scene tutto sommato non troppo truculente, la mente acuta di Harry Hole grazie anche ai collegamenti con casi irrisolti accaduti venti anni prima riesce a dipanare la matassa, non senza sofferenza interiore e mettendo seriamente a repentaglio la propria vita. 

In questo film si scava molto nello stato d’animo dei personaggi, tutti intrecciati fra loro in qualche maniera, e si affrontano temi intimistici quali la solitudine, l’abbandono, l’aborto, il suicidio e soprattutto il bisogno di sentirsi utili per risalire la china dopo i fallimenti  della vita. 




Francesca Paolillo

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