Il romanzo Lacci di Domenico Starnone racconta lo sfacelo e
l’ipocrisia di una famiglia italiana medio borghese alla quale apparentemente
non manca nulla, ma a cui basta poco per autodistruggersi.
Il romanzo narra la storia di Vanda e Aldo, sposatisi molto giovani negli anni Settanta alla ricerca dell’indipendenza dalle famiglie di origine,
che con il passare degli anni evolvendo ciascuno in direzione diversa si
allontanano sempre più l’uno dall’altro.
Nei primi anni di matrimonio nascono
due figli, Sandro e Anna, e il noioso tran tran quotidiano ad
un certo punto mette in crisi Aldo,
il quale sentendosi troppo costretto e soffocato nei lacci familiari va alla
ricerca di una nuova autonomia, finendo per invaghirsi di una sua studentessa,
bella, frizzante e piena di vita.
Una volta che Aldo dopo avere confessato il tradimento
a Vanda se ne è andato di casa
trasferendosi da Napoli a Roma, è lei ad entrare in crisi fino a
rendere la vita dei figli un vero
inferno a causa della sua nevrastenia. Per punire il marito, gli scrive
numerose lettere dai toni rabbiosi e minacciosi, cercando di farlo sentire in
colpa soprattutto per il fatto di aver
voluto inseguire la felicità.
I lacci invisibili che legano i due coniugi dopo qualche anno fanno ritornare
Aldo a casa ma nulla è più come
prima. Lui resterà in famiglia fino alla fine dei suoi giorni ma ridotto ad un
essere triste e fragile, continuamente vessato dall’aggressività della moglie,
sempre più consumata anche nel fisico dalla rabbia e dal dolore.
La famiglia farà i conti alla
fine, quando i due coniugi ormai quasi ottantenni, dopo essersi torturati a vicenda
per una vita intera, tornando a casa da
una vacanza al mare trovano l'alloggio svaligiato e distrutto. In questa occasione saranno i figli ormai
adulti, ma ancora irrisolti a causa
della sofferenze subìte nell’infanzia, a
svelare il mistero della casa devastata e anche del gatto di casa scomparso.
Il romanzo Lacci racconta la disgregazione a cui va soggetta la famiglia se non ha
basi più che solide, tra sensi di colpa, rancori, rimpianti e anche tanta ipocrisia. L’autore napoletano Domenico Starnone, insegnante e
sceneggiatore oltre che scrittore assai apprezzato anche all’estero, racconta in maniera a tratti anche tragicomica una storia che pur non avendo
un grande intreccio riesce ugualmente ad emozionare ed avvincere il lettore.
Francesca Paolillo
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