La maledizione del corvo nero
è impostato come i più classici thriller: in seguito al rinvenimento di un
cadavere si scandaglia la vita dei personaggi che vi ruotano attorno, in modo
che il lettore si senta parte attiva nell’investigazione.
La storia inizia una gelida sera
di Capodanno dall’incontro su un’isola delle Shetland fra due belle ragazze un po’ alticce e l’anziano Magnus Tait, sospettato anni prima dell’assassinio
di una bambina, di cui però non si è mai trovato il corpo.
Dopo qualche giorno una vicina di
casa rinviene il cadavere di una delle due ragazze riverso nella neve e Magnus Tait, anche a causa del suo quoziente di intelligenza leggermente
sotto la media e alla vita appartata che conduce con unico compagno un corvo
nero rinchiuso in un gabbia, viene sospettato dai paesani anche per
questo crimine.
Sarà il detective Jimmy Perez, dopo il rinvenimento di un
secondo cadavere e la sparizione di un’altra bambina, non senza difficoltà in
un ambiente così ristretto e omertoso, a sciogliere alfine l’enigma di non
facile soluzione.
La comunità isolana in cui si
dipana questo romanzo, con i suoi segreti, invidie e rancori riflette perfettamente quanto, in un ambiente ristretto, chi non si uniforma agli altri divenga facilmente
oggetto di un continuo sospetto capace di far crollare anche le personalità più forti.
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