Nel nostro Dna ci sono tracce
evidenti di ciò che ci hanno trasmesso gli antenati, nel bene e nel male. Il
romanzo Isola di Neve ad opera della giovane scrittrice e illustratrice
romana Valentina d’Urbano racconta le
vicende di una donna che vive un’intensa e sofferta storia d’amore nel 1952 e di suo nipote che nel 2004, andando alla ricerca di se stesso
dopo eventi molto dolorosi, soltanto quando scopre le proprie radici, ignote persino
a sua madre, riesce a dare un senso alla propria vita.
La storia si svolge nella piccola
isola fittizia di Novembre, aspra e
cupa come i suoi abitanti. Vicino ad essa si erge l’isola gemella Santa Brigida dove è stato edificato un
piccolo carcere destinato a chi si macchia di gravi delitti. Qui la bella e
mingherlina isolana Neve trascorre
quasi tutta la sua vita, vessata da un padre ubriacone, violento e fannullone, e a 17 anni vive un amore intenso e predestinato con il detenuto tedesco Andreas Von Berger.
Ai giorni nostri sull’isola di
Novembre approdano Manuel, ventottenne distrutto dall’alcolismo
e chiuso alla vita in cerca di un rifugio dove leccarsi le ferite e la giovane violinista
tedesca Edith, alla ricerca di uno
spartito e di un violino scomparsi cinquant’anni prima.
Sull’isola passato e presente
si intrecciano dando un senso alla vita di tutti i protagonisti della storia:
per essere davvero se stessi bisogna sapere da dove si proviene e avere il
coraggio di affrontare i propri fantasmi.
Il dirompente romanzo Isola
di Neve è emozionante e appassionante grazie ad una trama ricercata
resa efficace da una scrittura potente, da salti temporali e da colpi di
scena che riescono a trascinare il lettore come in una vera tumultuosa corrente.
Francesca Paolillo
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