I veri amanti della lettura
adorano i romanzi ambientati in quelle piccole librerie che ormai, almeno nelle metropoli, stanno a poco a poco scomparendo.
Il romanzo La libreria dove tutto è possibile (Lost for words), ad opera
della scrittrice e blogger britannica Stephanie
Butland, racconta la storia della giovane Loveday Cardew, della sua
infanzia felice stroncata a nove anni
dall’assassinio del padre, del successivo affido a due diverse famiglie e della
sua solitaria vita da lavoratrice single una volta affrancatasi.
L’incontro a quindici anni
nella cittadina di York con il
libraio Archie la salva da un
iniziale sbandamento adolescenziale e le fa trovare un luogo sicuro dove
rifugiarsi, in quanto i libri fin da bambina sono stati per lei un'importante passione e sostegno. Loveday cresce sempre più sola
e diventa una donna dura nell’aspetto esteriore, di cui colpiscono soprattutto i
tatuaggi e i piercing, chiusa e diffidente,
ma in realtà assai bisognosa di sentirsi compresa e di potersi fidare di
qualcuno.
Intorno alla piccola libreria dell’usato in cui lavora Loveday ruotano diversi personaggi, tra
cui il bel Nathan, giovane poeta che
si mantiene con piccoli spettacoli di magia, capace di aprire con cautela una
piccola breccia nel cuore indurito della ragazza. Ad un certo punto nel negozio
cominciano ad arrivare misteriosamente pacchi di libri che sembrano essere proprio
quelli che si trovavano nella casa paterna di Loveday, essendo stata anche sua madre un'appassionata lettrice.
Per costruirsi un futuro più
sereno Loveday si trova a dover affrontare
il doloroso passato che aveva cercato di cancellare dalla sua mente per paura di soffrire, ma il suo difficile percorso avrà il merito di portarla almeno verso un lieto fine.
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