giovedì 27 settembre 2018

Recensione del toccante romanzo “Non aspettare la notte” di Valentina D’Urbano



Quando si incontra l’anima gemella la si riconosce. Il romanzo Non aspettare la notte ad opera della scrittrice ed illustratrice romana Valentina D’Urbano racconta una storia d’amore in circostanze complicate che portano i protagonisti a compiere scelte assai dolorose e sbagliate.

Nel 1994 Angelica, ventenne romana di buona famiglia, va a trascorrere l’estate nella sontuosa villa del nonno in campagna a Borgo Gallico.  La ragazza è molto chiusa e infelice, profondamente arrabbiata con il mondo intero perché sette anni prima sua madre, affetta da una grave depressione, l’ha portata con sé in una folle corsa in auto per farla morire insieme a lei cadendo da un viadotto. Solo Angelica si è salvata per miracolo ma portando sul corpo e sul viso profonde cicatrici incancellabili che la obbligano a nascondersi dietro a vestiti lunghi e cappelli a falda larga.

A Borgo Gallico Angelica incontra il coetaneo Tommaso, un ragazzo spiantato con gravi problemi di vista a causa di una retinopatia degenerativa. I due ragazzi si riconoscono quasi subito come anime gemelle e vivono una storia d’amore talmente intensa da finire per distruggersi.
Angelica ha talmente sofferto per colpe non sue da pensare di non meritare la felicità, andando così però a far soffrire anche tutti coloro che la amano.

Con un linguaggio semplice e scorrevole Valentina d’Urbano racconta una storia molto triste e toccante ricordandoci che quando si ama davvero si adorano soprattutto i difetti dell’altro e che l’anima gemella esiste e prima o poi la si incontra per forza anche se non lo si vorrebbe.

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