Non è possibile prevedere la data esatta in cui si
verificherà un terremoto in una certa zona, ma confrontando gli eventi sismici
del passato con l’attività tellurica che viene monitorata ogni giorno dai
sismografi, si può stabilire quali aree siano maggiormente a rischio. L’ente a
cui fare riferimento in Italia è l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
che ha pubblicato sul suo sito mappe facilmente consultabili riguardanti la pericolosità
sismica, nelle quali per le zone colorate in azzurro e verde si prevede la
pericolosità più bassa e per quelle in viola e blu la pericolosità più alta.
Per quanto riguarda il rischio sismico, il territorio
nazionale è stato suddiviso in quattro tipologie, dove il grado 1 indica una
alta probabilità del verificarsi di un terremoto, arrivando fino al grado 4 che
indica un rischio basso. Il 60% dei comuni italiani si trova nelle prime tre
zone, e per questo sono state varate diverse leggi che regolamentano la
costruzione di nuovi edifici in zone a rischio sismico e il rafforzamento di
quelli già esistenti. Mettiamo in sicurezza le nostre abitazioni se si trovano in aree a rischio sismico elevato!
Sappiamo che i decessi durante gli eventi sismici non sono dovuti al
terremoto in sé ma al crollo degli edifici, quindi non lasciamoci cogliere
impreparati e facciamo il possibile per garantire la solidità degli elementi
portanti della nostra abitazione quali travi, pilastri, muri perimetrali e
solai, rifugiandoci in caso di sisma sotto le porte o contro le pareti del perimetro esterno, oppure sotto un tavolo
robusto. Durante un terremoto non dobbiamo mai stare al centro di una stanza o
entrare in un ascensore. Se dopo una forte scossa sismica temendone una replica
decidiamo di pernottare in macchina, parcheggiamo lontano dagli edifici per
evitare la pericolosa caduta di calcinacci sopra il nostro veicolo.
Si possono consultare le mappe pubblicate dall’Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sul sito: www.zonesismiche.mi.ingv.it
oppure: www.cut.run.ingv.it .
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